La gaffe di Toti e la virtù del silenzio

Per i giornalisti della tv il ritmo è tutto, la parola deve scorrere fluida e veloce, non può esserci nessun ‘vuoto’ nel rapporto con gli interlocutori. Per questo all’inizio della mia attività non capivo proprio certi personaggi, autorevoli e conosciuti, che tuttavia di fronte al microfono e (soprattutto) alla telecamera si ritraevano quasi con sofferenza, pesavano ogni parola, ostentavano la timidezza piuttosto che la sicurezza.

Con il tempo però li ho rivalutati tutti. Non che io sia un amante delle litanie televisive né tanto meno della retorica del “politicamente corretto”. Adesso però li metto a confronto ogni giorno con i tanti “smanettoni” della tastiera (e agitatori della lingua). Questi ultimi hanno sempre la risposta pronta su tutto, “entrano” con forza sulle domande dell’intervistatore, utilizzano l’ironia come un grimaldello sullo spettatore.

Accade in tv, accade oggi con maggior frequenza sui social. Perché in quel mondo di “bolle” manca ogni mediazione (giornalistica) e la tentazione di premere “invio” è sempre in agguato.

La gaffe di Toti (o del suo “avatar” social, ovvero il “social media editor” dell’occasione) me la spiego così: frenesia irresistibile di dire la propria verità (opinabile) senza calcolare gli effetti di quel che si scrive. Questi effetti sì, che sono stati devastanti. Perché etichettare gli anziani come “persone non indispensabili alla sforzo produttivo del Paese che vanno però tutelate” è un messaggio vile, oltre che una sciocchezza vera e propria. E per giunta l'ha detta un presidente di Regione, nel mezzo della pandemia e alla vigilia di nuove decisioni dolorose per tutti. Sono convinto anch’io che lui, Toti, non pensasse davvero una cosa del genere. Ma nello spazio di un ttweet, dove non è possibile spiegare, argomentare, contestualizzare, gli è uscita fuori una frase infelice e scorretta.

Era meglio allora quel politico che vent’anni fa esitava a rispondere alle mie domande e chiedeva se poteva allungare un po’ la salsa per evitare ogni fraintendimento. Era sempre meglio il silenzio.

Ultima modifica: Dom 1 Nov 2020