In memoria di Angelo Sferrazza

La Rete, le piattaforme, il digitale, non salveranno nè noi nè la nostra memoria. Già si interpellano da tempo i colossi del web e gli studiosi. Ma noi possiamo rivendicare e rilanciare con forza, coraggio, consapevolezza, senza complessi d'inferiorità, il racconto di una grande Storia. Quella, in primo luogo, della Salvezza come credenti, ma poi, come operatori di ispirazione cristiana, la grande Storia di giornalisti, comunicatori, autori, registi, sceneggiatori che, nel corso dei decenni passati, hanno con grande professionalità, e coerenza di vita, raccontato la cronaca dei nostri giorni.

Dunque, salvarci e salvarle, Rete e dintorni, dal micidiale magma informativo nel quale ci dibattiamo.

Pensavo a tutto ciò, giorni fa, ricordando il mio amico Angelo Sferrazza, che, nel corso della mia Presidenza UCSI, è stato Segretario Generale e poi Vicepresidente.

Angelo Sferrazza, 84 anni, apparteneva a quella generazione di giornalisti, comunicatori, intellettuali che hanno raccontato con basi culturali solide, grande professionalità, passione civile e oserei dire politica, la Storia, dalla parte di un cristiano. Sempre.

Occorre farne memoria. Penso ad Ettore Bernabei o Emilio Rossi o Giancarlo Zizola, per rimanere in sede UCSI ed ai loro tanti “allievi”, penso a Padre Pasquale Borgomeo o a Padre Bartolomeo Sorge, nostri assistenti. O andando indietro nella memoria a Padre Roberto Tucci che dell’UCSI è stato Vicepresidente.

La nostra generazione, la mia, scusate, quella che ha ormai i capelli grigi, è stata fortunata, è stata forse l’ultima ad incontrare lungo il cammino professionale ed umano giganti del giornalismo e della comunicazione. Certo, alcuni venivano dalla passione politica, ma diciamolo forte e chiaro, è una colpa? O hanno avuto il merito, pur militando in un’area politica ben precisa, di conservare sempre un’autonomia di pensiero, azione, responsabilità?

Chi racconterà oggi ai giovanissimi cronisti, tuttologi, grazie alla Rete, la memoria di chi, sia in contenitori laici come la Rai o in quelli di ispirazione cristiana (penso a Narducci, a Valente, a Paoluzzi, direttori di Avvenire) hanno raccontato il senso vero e profondo della vita. Vi è sempre uno stretto legame tra la narrazione e l'identità dei soggetti narranti, ce lo ha ricordato Papa Francesco nello splendido messaggio “La vita si fa storia” per la 54esima Giornata Mondiale della Comunicazione.

Nel ricordare, con amicizia ed affetto, Angelo Sferrazza, credo che uno dei compiti più importanti di un’Associazione come l’UCSI, a sessant’anni ormai dalla sua Fondazione, sia anche quello di fare memoria, in un presente comunicativo fatto di velocità e spesso tanta superficialità, del racconto, del contesto, della visione di vita. E poi occorre, tra di noi, conoscersi, o meglio, ri-conoscersi!

L'Associazione online è immediatezza, ha costi contenuti, ha platee ampie. Va bene. Ma chi offrirà al nostro quotidiano circo informativo esterno, il senso delle relazioni umane dirette, il confronto tra sensibilità culturali casomai contrapposte, le sfumature dei caratteri e delle storie individuali dei colleghi, il senso dell'amicizia nell’affrontare battaglie comuni?

Guardarsi negli occhi è un'altra cosa. E’ insomma il racconto della vita vera che non è quella della Rete. Ma dell'incontro tra persone. Anche così, e non solo a parole, potremmo rendere omaggio ad uno dei nostri che è volato in cielo, Angelo Sferrazza. Con lui abbiamo lavorato nella riorganizzazione territoriale dell’UCSI, abbiamo rilanciato la pubblicazione di Desk, abbiamo ristrutturato la sede, potenziato il portale, affidato all'Istituto Sturzo l’Archivio storico, abbiamo supportato con i motori potenti di Zizola e Borsi il Comitato Nazionale per la Mediaetica e con il coordinamento e l'entusiasmo di Scandaletti seguito il Rapporto sulla Comunicazione redatto con il Censis. E ancora, abbiamo lavorato ad una riforma dell'Ordine e creduto nel Comitato su Minori e Tv. Tanti ricordi.

Era felice Angelo quando, nel 50esimo anniversario dell’UCSI, Papa Benedetto scrisse: “vi esorto ad avere il coraggio della coerenza anche a costo di pagare di persona”.

Ecco, Angelo è stato un giornalista, un intellettuale cattolico coerente, fino all'ultimo, quando incontrandolo, seppur con la malinconia del dolore vissuto per la perdita della moglie e per gli anni che avanzavano, rivendicava con coraggio quelle sue antiche e possenti radici di militanza politica ma offrendo sempre, anche in un veloce colloquio, in autonomia, analisi culturali e visioni, in particolare, di scenari internazionali. La sua passione. Quegli incontri arricchivano sempre l’interlocutore. Erano quel guardarsi negli occhi, quell’alimentare una relazione di fisicità, attraverso un abbraccio, una stretta di mano, un veloce caffè. Anche quando negli anni, il mondo, il giornalismo, l’Associazione cambiavano pelle. Non dimentichiamolo.

E, sperando in una primavera di vita “e di presenza” per i nostri incontri, alla vigilia del prossimo Congresso Nazionale, lancio la proposta di dar vita ad un grande Forum sulla memoria di tutti quei giornalisti e comunicatori, ormai scomparsi, che hanno fatto grande ed unica, nel panorama italiano, la nostra Associazione.

Getto giù un titolo: “Dalla memoria al futuro, non solo Rete. Cosa insegna la grande storia del giornalismo cattolico in Italia?”.

Un omaggio a uomini e donne, permettetemi di ricordare con affetto anche Mariella Cossu che ci ha lasciato in queste settimane, di relazioni, di storie di vita vera.

Ultima modifica: Mar 8 Dic 2020