Il compito che attende l'Ucsi in questo 2021

Si è aperta una settimana delicata e difficile per il nostro Paese alle prese con una crisi politica che - indipendentemente dal merito delle questioni sollevate - acuisce il senso di precarietà e di incertezza con il quale convivevamo già da mesi. La pandemia ci ha reso tutti più fragili, ha cambiato i ritmi e le modalità della nostra vita e del nostro lavoro, e ha addensato nubi minacciose all’orizzonte di tanti, rischiando di compromettere in particolare il futuro dei più giovani. Che per noi sono quelli che abbiamo incontrato ad Assisi in questi anni e in qualche scuola di giornalismo presente in Italia, quelli che bussano all’Ucsi e quelli che fanno parte di associazioni e comunità a noi vicine, quelli che in diverso modo e per i più svariati motivi fanno parte dei nostri cammini o che incrociano. Non sono concetti astratti ma sono giovani che hanno volti, nomi, storie, domande, attese, inquietudini...

In questo momento più che mai ci sembra che ciascuno debba fare il proprio dovere al meglio là dove si trova, con il preciso intento di costruire, consolidare, rinforzare reti di dialogo, di ascolto, di solidarietà e di speranza, scrollandosi del superfluo e del marginale e puntando su ciò che è più essenziale. Da giornalisti sentiamo più che mai necessario il linguaggio della comprensione, della mediazione e della distinzione. Aiutare a comprendere ciò che accade e i motivi per cui accade, mediare tra le diverse posizioni, ma anche aiutare a distinguere ciò che è vero da ciò che è falso, ciò che è bene da ciò che male, le scelte umane da quelle disumane: “oggi c’è una mescolanza che non si distingue, e voi dovete aiutare in questo”, ci ha detto papa Francesco all’udienza Ucsi del settembre 2019.

Da più parti si si rinnova l’invito ad essere “costruttori”. L’Ucsi nel suo piccolo lo ha sempre fatto, senza clamore e senza rumore: costruttori di ponti, costruttori di relazioni, costruttori di cammini orientati al bene comune e mai ad interessi di parte, enzima di coesione sociale. Anche per gli organismi di categoria, a partire dall’Ordine, che si avvia a importanti appuntamenti o scadenze, rinnoviamo la disponibilità ad offrire il nostro contributo per aiutare a costruire comunità, soprattutto sul terreno che ci è più proprio, che è quello della formazione.

All’ultimo Consiglio Nazionale Ucsi abbiamo proposto come road map per questo difficile 2021, tempo di prova, un paio di incontri per ogni regione, uno sul tema lavoro-ambiente-futuro, in preparazione alla settimana sociale dei cattolici del prossimo ottobre, l’altro sui temi della professione prendendo spunto dal volume Pandemie mediali edito da Aracne in collaborazione con Ucsi.

Ancora una volta siamo grati al Presidente Mattarella al quale abbiamo fatto pervenire il libro, e che ci ha risposto con un biglietto scritto di suo pugno in cui ringrazia per “il bel volume, di grande interesse, sugli effetti della pandemia nell’informazione”.

Dei nostri incontri sul territorio qualcuno c’è già stato, insieme agli Ordini regionali e con il riconoscimento di crediti formativi, qualche altro è sulla piattaforma Sigef, qualche altro ancora è in preparazione. I positivi riscontri che stiamo registrando ci incoraggiano a proseguire su questo percorso.

Non sappiamo quale futuro ci aspetta e non tutto è nelle nostre possibilità, ma quello che possiamo è radicato in quello che speriamo, e in questo momento, in qualche modo, lo dobbiamo. Con lo stupore di vederlo a volte moltiplicato, al di là delle nostre stesse aspettative.

Il gesuita tedesco Alfred Delp, protagonista della Resistenza contro i nazisti, vedeva dinanzi a sé una stagione di speranza che si apriva dopo essere stati scossi nel profondo. Pagò con la vita il prezzo della libertà, ma il suo messaggio è valido ancora oggi.

* L'autrice, Vania De Luca, è la presidente nazionale dell'Ucsi

Ultima modifica: Lun 18 Gen 2021

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