JOlab 3 / Il giornalismo che 'racconta' volontariato e terzo settore, l'incontro dei giovani con Paola Springhetti

La sfida di fare informazione sociale e riuscire a comunicare le tante sfumature del terzo settore italiano.

Se ne è discusso durante l’incontro del progetto JoLab di Ucsi dello scorso 22 marzo che ha visto dialogare i giovani dell’UCSI insieme a Paola Springhetti, giornalista, docente universitaria da anni impegnata nel giornalismo sociale e consigliere nazionale Ucsi. Insieme a lei si è discusso della difficoltà di rendere notiziabile il volontariato e quell’associazionismo (piccolo o grande) che stenta ad occupare le prime pagine dei quotidiani, se non in periodi emergenziali come i terremoti o la pandemia.

A questo link il video integrale dell'incontro dei giovani con Paola Springhetti (22 marzo 2021). Lunedì 29 marzo un nuovo incontro sul 'racconto giornalisticop dell'Europa con Roberto Castaldi (vedi qui)

Per Springhetti «la forza di questo mondo sta nell’agire quotidianamente ma in maniera piuttosto silenziosa. I volontari italiani non sono 8   n m  che compaiono solo in alcuni momenti critici, ma cittadini impegnati giorno dopo giorno nel loro territorio. Le associazioni (ben 20.000 radicate nelle maglie di tutto il Paese) possono rappresentare per noi giornalisti delle fonti attendibili da interpellare. Invece ci rivolgiamo a loro solo per raccontare la spesa solidale destinata agli anziani durante l’emergenza...».

Conoscenza dei linguaggi (anche tecnici) e sensibilità sono le due competenze necessarie per il giornalista che vuole raccontare questo mondo. Una qualifica, quella del redattore sociale, su cui le testate italiane investono ancora poco. «I redattori sociali - continua Springhetti - non hanno uno statuto riconosciuto mentre nelle redazioni è più facile che si riconosca la competenza di chi si occupa degli esteri, economia, interni ecc. Il redattore sociale viene visto come un tappabuchi».

Dalla parte opposta c'è una rete fitta di piccole e medie organizzazioni che fa fatica a raccontarsi, non valorizza il suo potenziale e dunque stenta a dotarsi di figure e strumenti propri della comunicazione. Tale limite è connesso anche alla scarsità di risorse che questi enti hanno a disposizione sopravvivendo grazie a bandi pubblici e donazioni da privati.
La sfida di raccontarsi meglio, e scegliendo i giusti linguaggi, deve essere colta anche dall’UCSI, anch’essa associazione non profit costituita da giornalisti e comunicatori. La proposta dei giovani di JoLab, già sul tavolo del consiglio nazionale, è quella di istituire un’equipe nazionale che segua con attenzione e professionalità tutti i canali di comunicazione con maggiore attenzione a quelli social.

Qui il video dell’incontro con Paola Springhetti, condotto dallo stesso Ermanno Giuca (autore di questo articolo) e Mario Agostino.

Ultima modifica: Sab 15 Mag 2021

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