2/Ermanno: 'le due anime inscindibili dell'Ucsi'

#UcsidelFuturo/2 - Non di solo giornalismo vive l’Ucsi. Una provocazione sì, ma anche un invito a guardare più in là del fedele watchdog che abita in noi. Che ci piaccia o no, il mondo dell’informazione è mutato, cambia di algoritmo in algoritmo e richiede sempre più competenze a chi, da giovane, vuole scommettere su questa professione.

I dati dell’Osservatorio sul giornalismo redatto da Agcom a Novembre 2020, ci dicono che tra gli under 35 il 42,3% dei giornalisti lavora per testate esclusivamente digitali: all’interno di queste vengono richieste competenze sempre più specifiche come la conoscenza approfondita di un motore di ricerca (e della sua grammatica SEO), editing di immagini, testi o foto, utilizzo avanzato dei social media.

Il giornalista “penna e taccuino” sta lasciando spazio al freelance smartphone e tethering ma non per questo meno preparato e fedele al suo mestiere. Che la costruzione di una notizia debba sempre partire dalle 5W+1H e dai criteri di notiziabilità nessuno lo mette in dubbio ma occorre anche rendersi conto che il 64,5% dei giornalisti italiani utilizza i social media per reperire informazioni mentre il 35,8%, attraverso questi ultimi, verifica le sue fonti. Siamo certi che conoscano abbastanza questi nuovi mezzi per farlo in modo corretto?

Tutt’altra storia sono i dati che, invece, riguardano i “cugini” comunicatori che a competenze digitali si posizionano in piani più elevati (nella fascia medio alta i comunicatori raggiungono il 33,1% mentre i giornalisti si fermano al 18%). Eppure capita spesso che a redigere i comunicati stampa, titoli delle agenzie e testi dei post siano loro e non i cronisti. Ai comunicatori, però, non è richiesta alcuna formazione professionale continua, una conoscenza della propria deontologia ed etica, né tantomeno l’iscrizione ad un Albo con accesso regolamentato.

Informazione e comunicazione con i loro punti di contatto ma anche le loro definite identità, sono una sfida a cui università, scuole di giornalismo e altri presidi di formazione non debbono sottrarsi. Continuare a difendere la roccaforte di un giornalismo “purista” che non può entrare in dialogo con le nuove tecniche e strumenti di comunicazione, sarebbe un grave errore, a danno dei più giovani.

E da queste fotografie di realtà e visioni future deve ripartire anche l’Ucsi che nei prossimi giorni sarà chiamata a vivere il suo Congresso nazionale a Roma. Un’associazione costituita da due anime inscindibili, citate nel primo articolo del suo statuto: gli operatori dell’informazione e della comunicazione.

Ultima modifica: Lun 20 Set 2021

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