3/Mario: 'cosa noi giovani ci aspettiamo dall'Ucsi'

#Ucsidelfuturo/3 - La professione giornalistica, come del resto tutta la categoria dei professionisti della comunicazione, è in repentino e costante cambiamento. Molti suoi risvolti, sono all’epilogo, come tutta una serie di caratterizzazioni della comunicazione, in piena era della digitalizzazione e della transizione 4.0.

L’Ucsi, in quanto associazione radicata nella fede cattolica, non può a mio avviso che rispondere alle ragioni di servizio della professione e soprattutto di chi si sente “vocato” a svolgerla.

Cambiando però così repentinamente la professione, non può che cambiare la funzione dell’Ucsi, leggendo a mio avviso “i segni dei tempi”, a cominciare da un servizio impellente rispetto alla formazione dei comunicatori. Il linguaggio, gli strumenti, le competenze, sono adeguate per svolgere il lavoro di comunicatore,

oggi? Innanzitutto, spero che l’Ucsi possa essere per tanti, come lo è stato agli inizi della mia professione, una palestra di competenze e valori di base: come due volti della stessa medaglia. I primi non escludano i secondi e viceversa. Mi riferisco a nozioni come a riflessioni in termini di ragioni vocazionali, di preghiera e meditazione, di momenti di ristoro spirituale.

Credo sarebbe in questo senso importante rivolgere attenzione all’effettiva validità di tante iscrizioni: affinché l’associazione non sia un circolo scarsamente riconoscibile o una sorta di dopo lavoro ferroviario, che pure hanno la loro encomiabile funzione, bisogna che i propri iscritti siano effettivamente comunicatori o giornalisti di professione, incentivati così a condividere ragioni e funzioni inerenti la loro vocazione.

nella foto: uno ddei laboratori della scuola di Assisi con i nostri giovani e Luca Collodi (Radio Vaticana)

Ultima modifica: Mar 21 Set 2021

UCSI - PI 01949761009 - CF 08056910584 - Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 224 del 29/09/2014 - Tutti i diritti riservati