Il rischio di accorgersi tardi del valore delle cose

#unastoriache (3) Una mattina di caldo soffocante ecco un gran trambusto dall’altro lato del condominio. Non si capisce cosa stia succedendo, ma ben presto arriva chiaro il rumore inconfondibile delle seghe elettriche e dei trituratori. Non c’è dubbio: sono arrivati i giardinieri per le potature stagionali dei pini.

Il loro lavoro sconquassa i programmi del mio: alle 11 ho un’intervista al telefono da registrare e, niente... non è possibile farlo a finestre aperte. Devo “tapparmi” dentro per tentare di portare a casa un risultato decente. Con tutto il ventilatore ci si scioglie letteralmente dal caldo, ma non c’è altra scelta: proseguo e concludo il mio impegno.

A fine mattinata suonano alla porta. È il mio vicino che, sconvolto, mi comunica che è stato abbattuto uno dei pini più grandi del giardino condominiale per il quale era stata prevista, in realtà, solo una lieve potatura. Cado letteralmente dalle nuvole. Non mi capacito. Gli dico, non senza imbarazzo, che “se lo hanno fatto immagino che qualcuno avrà dato precise indicazioni e motivazioni” e racconto di aver intravisto in giardino, vicino ai giardinieri all’opera, un altro vicino che di alberi “ne sa” e mi ero sentita tranquillizzata dalla sua presenza. “Se c’è lui, siamo a posto” avevo detto a me stessa e ai miei ragazzi, un po’ preoccupati per quelle grandi manovre. Più tardi scendo e vedo lo spettacolo desolante di quel pino che non c’è più. Al suo posto solo le radici e quel che rimane del diametro del suo tronco a raso terra. È un colpo al cuore perché quell’albero ha fatto ombra e dato ristoro alle nostre famiglie per lunghi anni: una presenza così importante alla quale tutti eravamo affezionati.

Il vicino che di alberi “ne sa” dice che dopo le prime potature di rami aveva visto qualcosa che non andava, l’albero presentava un principio di marcitura, e non se l’è sentita di lasciarlo lì com’era: temeva potesse cadere e ferire qualcuno, specialmente i bambini che in giardino vanno a giocare e non si sentiva di prendersi questa responsabilità. Eppure gli altri vicini, feriti e indignati, vogliono far sentire la loro voce. Fanno le loro indagini e presentano a chi di dovere le loro rimostranze. Di fatto c’è un rimpallo di responsabilità e l’unica soluzione ventilata è quella di un risarcimento in denaro, o meglio, uno “sconto” sui prossimi servizi di manutenzione del giardino. Inaccettabile per la maggioranza dei condomini. Capiamo, a posteriori, che la presenza di quell’albero non aveva prezzo.

Perché raccontare questa storia? Perché in tempi così delicati quali quelli che viviamo, il rischio è di capire solo a posteriori il valore di alcuni diritti fondamentali che diamo per scontati e di alcune conquiste civili e umane raggiunte con enormi fatiche e sacrifici. Attenzione, perciò, a chi promette “Roma e toma” in cambio qualche “potatura” o “abbattimento”, apparentemente insignificanti. A buttare giù e a fare spazio, si fa assai presto. Ma ci sono radici che languono, possibilità che si arrestano, prospettive che si chiudono. E queste sì che hanno un prezzo: salato per tutti.

Ultima modifica: Mer 10 Ago 2022