L'Africa è una scuola di preghiera continua

Maurizio Di Schino è giornalista e inviato di Tv 2000. Con i suoi reportage (ancora visibili on line) ci ha raccontato in maniera forte e autentica le storie e la speranza della gente dell'Africa. Un continente segnato da fame, povertà, sofferenze e agitato da gravi sommosse politiche. Nei giorni scorsi, pensate, c'è stato il secondo golpe in Burkina Faso in meno di un anno. Noi riprendiamo un bell'articolo di Di Schino e lo rilanciamo oggi (ar)

Maurizio Di Schino

Ancora ho nelle orecchie il grido di una giovane mamma lanciato non appena si è accorta che il suo bimbo di pochi anni non respirava più. Ed io ero lì, a pochi passi da lei e dal figlioletto appena morto di malaria cerebrale, in un reparto del Complesso pediatrico di Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana.

Eravamo pronti per un'intervista ad un pediatra, ma la telecamera della troupe è rimasta spenta, in quel momento e anche dopo. È stato un gesto spontaneo. Il mio sguardo e lo sguardo dell'operatore Francesco Riccio si sono incrociati. Gli occhi erano lucidi ad entrambi.

Poi abbiamo incrociato la giovane mamma con il suo volto rigato dalle lacrime. Attorno non aveva familiari. C'erano altre mamme che la consolavano. L'ho accarezzata e lei ha ringraziato con un cenno della testa facendomi quasi intendere che il suo sguardo è già oltre l'orizzonte di quell'ospedale.
Francesco ed io per qualche ora non siamo stati in grado di lavorare. Troppo forte, per noi, il dramma della morte di un bambino davanti agli occhi. Non avevamo cercato la scena di dolore, ma inaspettatamente abbiamo sperimentato quanto è labile in Africa il confine tra la vita e la morte.

Quella situazione per me è stata straordinaria. Ho chiesto ad alcuni missionari come reagiscono nel condividere ogni giorno il dolore e la paura permanente delle mamme di perdere un bambino. "Non ci si abitua mai", mi hanno risposto aggiungendo che l'Africa è una scuola di preghiera continua per sostenere il coraggio di vivere, la speranza e i sogni, nonostante le circostanze siano quasi sempre avverse. Inoltre, la gioia di credere, la forza di danzare e di cantare la vita in ogni comunità, anche tra le più povere e le più violentate, sono una scuola del mondo alla rovescia, come diceva qualche scrittore.

Di una cosa sono certo: l'Africa, le Afriche, i 54 Paesi dalle frontiere artificiali tracciate con il righello dai colonizzatori, le Afriche sfruttate, saccheggiate e schiavizzate, non sono un romanzo. Il cosiddetto "mal d'Africa" è solo un'invenzione letteraria. Piuttosto, le Afriche sono il dramma e l'esaltazione della vita, senza vie di mezzo.

La foto è stata scattata dall'autore Maurizio Di Schino nella Repubblica Centrafricana

Ultima modifica: Sab 1 Ott 2022

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