Se i social non sono più gratis per tutti...

Se, dopo Twitter, anche Meta ha introdotto l’abbonamento “premium” per i propri social Facebook e Instagram, significa che le cose stanno cambiando davvero. Forse Internet non è più “gratis per tutti”.

A questo punto possiamo ipotizzare mille scenari futuri, auspicandoli o temendoli a seconda dei punti di vista. Ma intanto ci chiediamo cosa succederà all’informazione professionale in questa nuova era.

Lo sappiamo: dai social passa di tutto. Ci sono gli articoli delle testate mainstream (senza ancora regole certe per il diritto d’autore) e ci sono miriadi di notizie approssimative o false (che evidentemente nessuno riesce a bloccare). I giovani e i giovanissimi si informano soprattutto lì e ormai lo fanno anche molti adulti (quasi la metà di loro). Per cinque milioni di italiani quella è addirittura l’unica fonte di informazione. Torneranno a comprare i giornali? Seguiranno i telegiornali ogni giorno, come succedeva una volta? Andranno a vedere le notizie sui siti delle principali testate?

Molto naturalmente dipenderà da quanto sarà estesa la formula a pagamento, che per ora parte in sordina (su Twitter si parla dell’1% del totale degli utenti) ma che presto potrebbe diventare irrinunciabile. Perché magari i servizi più utili (e non solo la “spunta blu”) non saranno disponibili gratuitamente. Ebbene, se gli abbonamenti non decolleranno, tutto potrebbe restare com’è adesso (o quasi). Con la differenza però che sarà a rischio la tenuta economica di questi colossi, che la pubblicità e la stretta sulla privacy non garantiscono più.

Se una buona parte degli utenti invece deciderà di pagare (non sono cifre basse) ci saranno comunque due mondi: i “connessi” e i “non connessi”. Difficile che questi ultimi ritornino alle edicole (magari digitali). Molti si accontenteranno delle briciole ancora più briciole di adesso. Con le conseguenze negative che possiamo ben immaginare. E ci saranno anche quelli che rinunceranno del tutto ad informarsi.

L’informazione è certamente vitale per la democrazia, ma qualcuno deve sostenerne i costi. Non solo nella produzione ma anche nella fruizione. Il rischio altrimenti è che sia di cattiva qualità peer chi la fa e per chi la legge o la vede.

Ultima modifica: Lun 20 Feb 2023