L'affaccio al digitale interattivo come passaggio ai barbari

(da Desk, numero speciale disponibile a questo link) - ...Per digitale interattivo intendo ogni forma di comunicazione digitale nella quale il destinatario del messaggio possa anche esserne mittente. Il digitale come forma di comunicazione unidirezionale è ormai acquisito in zona ecclesiale: la pandemia ha moltiplicato le esperienze di tale comunicazione che erano già bene affermate. Il digitale interattivo è invece una nuova frontiera dove l’affaccio del mondo ecclesiale è per il momento affidato a singoli esploratori, restando invece a esso sostanzialmente estraneo il mondo delle associazioni e delle istituzioni.

Quando in ambienti ecclesiali accenno a questa nuova frontiera mi sento obiettare che diocesi e parrocchie dispongono ormai tutte di un sito internet e altrettanto si può dire delle associazioni e dei movimenti. I più informati mi avvertono che lo sbarco della nostra Chiesa nel digitale risale alla fine degli anni Novanta del secolo scorso e che dal 2015 il progetto WebDiocesi della Cei fornisce un’assistenza aggiornata a ogni forma di comunicazione web delle Chiese locali.

Ma il sito parrocchiale che riporta i nomi e i numeri di telefono dei sacerdoti della comunità pastorale e l’orario delle messe e il calendario degli appuntamenti non è interattivo: sostituisce – o accompagna – la bacheca in fondo alla chiesa o il bollettino mensile, ma non fornisce l’aggancio per la partecipazione attiva del visitatore.

Se a un parroco che già dispo- ne del sito parrocchiale si propone di renderlo interattivo, fornen- do contenuti invitanti al dibattito e permettendo ai visitatori di intervenire nella discussione, la risposta sarà che non si dispone di personale per farlo e che i visitatori abituali resterebbero scandalizzati dalla diversità di vedute che verrebbero a manifestarsi. Ma è chiaro che senza l’azzardo interattivo il sito resta dormiente: rende un servizio informativo e documentale ma non valorizza la potenzialità propria del digitale, che è quella di raggiungere chi non ti conosce e non ti cerca e di attrarlo nella tua sfera comunicativa. Con i verbi “raggiungere” e “attrarre” alludo a due momenti della missione evangelizzatrice che Francesco qualifica come “uscita missionaria”.

Chiamo il salto nel digitale interattivo con il nome di passaggio ai barbari con un riferimento azzardato ma forse efficace a una delle tante “uscite” missionarie della storia cristiana: il passaggio dai giudeo-cristiani ai pagani, il passaggio dalle comunità ellenistiche e romane alle popolazioni pagane (appunto: ai barbari), quello dalle Chiese europee ai popoli dei nuovi continenti, quello dalle nazioni cristiane all’umanità post-cristiana.

Oggi si tratta di passare dalle comunità indebolite e invecchiate della tarda modernità all’umanità indifferenziata del mondo globale, della città mondiale, della Grande Rete. La Rete è immagine e luogo dell’universalità. Entrarvi valorizzandone pienamente le potenzialità è una delle modalità attuali di risposta alla vocazione cattolica alla totalità.

Il digitale interattivo è un mondo senza regole e che può risultare violento. Per abitarlo da pescatori di uomini abbisogniamo di una nuova pedagogia dell’umano. Ma fin d’ora ogni cristiano che si avventura nella Grande Rete dovrebbe fare suo il duplice motto dell’apostolo: “Io non mi vergogno del Vangelo” e “Io sono pronto ad annunciare il Vangelo anche a Roma” (Lettera ai Romani 1, 15 e 16). Cioè anche nella Grande Rete. Perché la Rete è oggi la capitale dell’Impero e la Grande Babilonia: luogo di tutte le tentazioni ma l’unico che offra l’opportunità di un incontro potenzialmente illimitato, aperto all’intera umanità.

Dicevo che mi considero un esploratore nel grande mare della rete e che parola posso azzardare delle nuove praterie dei social, che ormai frequento a tempo quasi pieno? Una parola – credo – di incoraggiamento a non temere il campo aperto del digitale interattivo, la sua vertigine di universalità. Una parola, anche, di incoraggiamento a non temere il confronto: “vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire” (Matteo 10, 19).

Ultima modifica: Sab 18 Mar 2023