Narrare è difficile. A noi il compito di dare significato ai fenomeni

(tratto da Desk, scaricabile a questo link) - Per chi vive, come me, nei mondi periferici, e recentemente anche disprezzati, delle fragilità umane, raccontare storie è estremamente difficile, per i contenuti e per la forma.

Nel mondo intriso di benessere e di spensieratezza informare su malattie, marginalità, morti, problematicità significa partire svantaggiati. Tali eventi sono tornati a essere raccontati in cronaca nera: anche in modo frettoloso e scontato. Quasi a non voler disturbare il clima spensierato delle vacanze e del disimpegno. I quotidiani sono pieni zeppi di feste, notti, eventi, sagre e rievocazioni. Qua e là qualche morte eccellente, intasamenti stradali a motivo di incidenti e poco più. Metà delle informazioni è dedicata al mercato dei calciatori, a cominciare dalle squadre di eccellenza, per salire in alto, fino alla serie A. Un’allegra brigata che ogni tanto è interrotta da sorprese incresciose, da chiudere rapidamente, informata però sul meteo della propria città.

A luglio di ogni anno escono i dati sulla povertà in Italia: si parla di milioni di persone. L’invocazione è ai ristori da parte del governo, insieme a quelli dei trasportatori, degli agricoltori, dei balneari, dei tassisti, dei commercianti, con la sfilza di promesse che sanno, lontane mille miglia, di bugia. In più c’è l’epidemia da Covid. Si registra un 15-20% di popolazione che non crede alla scienza. È il nucleo forte del nostro futuro, costituito da trentacinque-cinquantenni, forza trainante del Paese! Per non parlare dei disastri.

Recentemente è tornato l’incubo degli immigrati: che ne muoiano dieci o cinquanta fa parte del gioco. Un po’ di emozione solo se si citano bambini o donne incinte.

L’informazione è vittima e persecutrice del clima “leggero” instaurato. Lo subisce e lo alimenta, in un gioco nel quale lo share è padrone: i mezzi di comunicazione fanno parte del mercato, come ogni manifestazione sociale debbono rispondere all’equilibrio economico, sicuramente con ricavi di guadagno. Anche i notiziari più seri intervallano notizie tragiche con annunci di profumi, di creme e di cibo per cani (compresi quelli di piccola taglia).

La tentazione di chiudere tutto per abitare in luoghi solitari senza contatti con il mondo è forte. A questa deriva è necessaria la risposta.

La risposta più adeguata, in attesa di una frattura dolorosa che riporti a più miti consigli (l’am- biente, la mancanza di gas, l’inflazione, la pandemia ...?) è leggere anche i fatti di cronaca come indici di tendenze, climi, andamenti sociali. Un femminicidio richiama la composizione delle famiglie: precarie, provvisorie, fragili. La disoccupazione giovanile fa pensare alla composizione delle nostre aziende troppo piccole per affrontare il mercato globale. Il turismo non può essere fondato sullo sforzo dei B&B. Non si tratta di esaminare ogni volta i comparti sociali, per natura loro complessi e in continuo movimento, ma di collocare i fenomeni nelle loro effettive situazioni che offrono spiegazioni di ciò che accade.

La regola che l’informazione non deve essere “pedagogica”, come in tutte le scuole di giornalismo si afferma, è falsa. Determinare spazio, importanza, collocazione, ripetizione di una notizia significa dare significato ai fenomeni. La drammaticità della guerra in Ucraina sta scemando nelle notizie e non nella realtà.

Altro problema è come informare per i singoli episodi di cronaca. La scelta migliore è quella della narrazione. Ogni episodio richiama eventi passati e futuri ampi: fare riferimento alle notizie che inquadrano i fatti, li collocano nel divenire della storia, siano essi nuovi e antichi, arricchisce la notizia e la rende “ricca” di significato. È vero che il giornalista non è padrone della testata, ma la professionalità, anche di chi è precario, fa la differenza.

Per questo motivo occorre essere aggiornati sugli argomenti trattati: di una cultura vera e non di accozzaglie di dati. Leggendo un piccolo trafiletto si comprende se chi scrive ha agito con ‘copia e incolla’ e chi è competente su quanto narra.

Ultima modifica: Sab 25 Mar 2023