drag&drop - la colpa delle "bufale" nell'antica Roma e nel moderno web 2.0

Diffusione di notizie false e tendenziose in grado di condizionare direttamente le masse. È una delle accuse più frequenti da cui il web, e soprattutto i social network, sono chiamati a difendersi. Il tema, diventato particolarmente di attualità dopo le polemiche nate all’indomani dell’elezione di Donald Trump a Presidente degli Stati Uniti, a dire il vero, ha radici lontane...

Gli antichi romani la chiamavano “Fama”, ed era una divinità allegorica, personificazione della voce pubblica immaginata come un mostro alato gigantesco capace di spostarsi con grande velocità, coperto di piume sotto le quali si aprivano tantissimi occhi per vedere; per ascoltare; usava un numero iperbolico di orecchie e diffondeva le voci facendo risuonare infinite bocche nelle quali si agitavano altrettante lingue. Il poeta Ovidio, nato nel 43 a.C. ne dà un’ampia descrizione nel libro XII delle Metamorfosi, collocandola ai confini della terra, all’interno di un edificio bronzeo, con un numero elevatissimo di entrate, nelle quali riecheggiavano tutti i vocaboli, anche quelli appena bisbigliati. La rappresentazione potrebbe sembrare eccessivamente fantastica. Invece ... basta farsi un giro sul sito realizzato da Google, il motore di ricerca più grande del mondo che si chiama Dove batte il cuore di Internet, per rendersi conto quanto il poeta romano ci sia andato straordinariamente vicino.
Come avveniva oltre duemila anni fa, anche oggi, però, ciò che amplifica e distorce i fatti a danno della verità è l’uomo. Perché è dall’uomo che nascono le dicerie che poi si diffondono, acquistano credibilità, non fanno distinzione tra vero e falso.
Facebook e Twitter già lo scorso anno avevano dichiarato battaglia alle bufale, mentre Google aveva lanciato la notizia di un algoritmo che invece di classificare i risultati delle ricerche per popolarità doveva capirne l’affidabilità. Ma ad oggi, solo due sarebbero le piattaforme sicure a “prova di bufale”, secondo un articolo pubblicato sul sito BuzzFeed News: il nuovo social network Snapchat (dal quale è possibile mandarsi messaggi, foto, video e link con altri utenti in modo privato, i quali vengono cancellati automaticamente dopo poco, a meno che non si decida espressamente di salvarli) e Apple News, una app per dispositivi iOS che però non è ancora disponibile in Italia.
Fatto sta che le notizie false, come nella realtà anche nel web, per loro natura rimbalzano più velocemente delle altre. Per questo, ciò che serve davvero alla Rete è, innanzitutto, buon senso e prudenza degli utenti

Ultima modifica: Lun 19 Dic 2016