Riempiamo i social di contenuti positivi

Leggere facebook in queste ore suscita sentimenti contrapposti. Nel momento della tragedia, dal terremoto alla neve con la valanga sul resort Rigopiano, c'è gente che comincia a postare di tutto: offese, link, condivisioni contro tutto e tutti. Non verificando manco la fonte. È un vomitare parole figlio dell’emotività incontrollata. Quando ci sono drammi, l’emozione è forte...

La tensione e l’adrenalina salgono. Servirebbe anzitutto calma. Molto silenzio prima di parlare. Utilizzare i social per condividere informazioni utili, di servizio. Costruttive. Il resto è populismo. Il che non significa non denunciare ciò che non va o non è andato. Ma nell’immediato non serve. È soltanto una reazione istintiva che, in quel preciso momento, non aiuta nessuno. Perciò, quando avvengono sciagure, fate una cosa: per qualche ora non postate niente che sia legato alle vostre emozioni. Parlate di quel tema per aiutare e dare un valore aggiunto, condividendo informazioni utili. Il resto rimandatelo al dopo.

È anche vero che, quando per esempio i Vigili del Fuoco, eroici nello svolgere il loro mestiere con passione e competenza, estraggono bambini, uomini e donne ancora vivi dalle macerie del Rigopiano, l’emozione è bella e contagiante. E vedere tante persone che, finalmente, si lasciano andare a parole di bene, commenti positivi, esclamazioni di gioia, riempie il cuore di fiducia. Il video di quel salvataggio deve fare il giro del mondo. Non per vantarsi, ma per dire che la vita può vincere anche quando sembra finita. Il bene può trionfare anche quando sembra sepolto.

Ecco, proviamoci tutti: riempiamo i social di contenuti positivi. Non perbenisti. Ma buoni. Anche nell’esprimere critiche, utilizziamo un linguaggio severo, duro, ma mai rancoroso. Non serve, sporca e basta. Lascia tracce di melma che poi si attaccano addosso alla gente in un vortice di rabbia e livore. Sui social non bisogna essere falsi. Ma bisogna essere ragionevoli. Utilizzare il cervello. Pensare prima di parlare. Altrimenti diventano il catino dell’orrore. Quando invece possono essere la piazza in cui si può mettere un pezzettino di mondo migliore.

Ultima modifica: Dom 29 Gen 2017