Lavoro: quel 'tempo perso' che invece dà un futuro alla nostra società

RACCONTARE IL LAVORO - SCENARI/1

Raccontare il lavoro. Ecco, ogni tanto qualche buon esempio. Lavoratori che regalano giorni di ferie a colleghi in difficoltà. Aziende che siglano accordi per favorire questo genere di "offerta". E aziende che assumono donne in gravidanza. Scelte che fanno notizia. Eccezioni alla regola. Buoni esempi che però sono ancora troppo isolati e marginali in un mondo dove invece la conciliazione tra vita familiare e lavoro è resa sempre più difficile. Nella maggior parte dei casi infatti la realtà è ben diversa ed è fatta di impedimenti, diritti negati, logiche punitive.

Ottenere un part time se si hanno figli piccoli o familiari gravemente disabili è tutt'altro che scontato. Così come ottenere un'aspettativa, benché a stipendio zero. Nell'ottica della massima produttività, e della presenza più che della sostanza, la questione degli "affari di cura" non è minimamente contemplata. Anzi, quando la si considera è solo a svantaggio del lavoratore. La lavoratrice che si assenta dal lavoro per maternità o il lavoratore che, per seguire familiari con handicap, prende giorni di permesso o periodi di congedo spesso non vengono più considerati una risorsa ma un problema. E le loro assenze diventano "colpe" da espiare.

Il tempo dedicato a una nuova vita e alla cura dei soggetti più deboli di una famiglia, che siano bambini o vecchi, per l'attuale cultura del lavoro è tempo perso. E chi fa questa scelta viene abbandonato a se stesso e anche messo in grande difficoltà.

C'è un'ipocrisia sociale di fondo fatta di proclami e promesse a ogni nuova rilevazione ISTAT, sulla denatalità o sulla difficoltà delle famiglie che non hanno alcun sostegno, a cui però non seguono azioni concrete ed efficaci. L'impressione è che si stiano facendo veloci passi indietro su questo fronte. Soprattutto dal punto di vista della sensibilità culturale, sociale e politica.

Sarebbe necessario comprendere che prendersi cura di bambini e vecchi non impedisce di essere dei buoni impiegati, professionisti, operai, eccetera. Che la conciliazione tra vita familiare e lavoro è praticabile se c'è la disponibilità delle parti in causa a venirsi incontro ed è un indice di progresso e di civiltà. Sarebbe soprattutto determinante capire che gli "affari di cura" sono importanti per la vita della società. Perché una società che non ha cura dei vecchi non ha rispetto né memoria, e una società che non ha cura dei piccoli, e del loro venire al mondo, semplicemente non ha futuro.

Ultima modifica: Dom 30 Apr 2017