Il rapporto tra l'uomo e la macchina nella quarta rivoluzione industriale. Il confronto alla Civiltà Cattolica.

Il giorno del trentasettesimo anniversario dello Statuto dei lavoratori (20 maggio) si è tenuta a Roma, presso la sede del La Civiltà Cattolica, l’ultima sessione del percorso di formazione politica CONnessioni–ORIZZONTE EUROPA, dedicata al tema del lavoro, in vista della Settimana sociale dei cattolici italiani centrata sul lavoro (Cagliari, 26-29 ottobre).

Al centro del dibattito la relazione tra l’uomo e la macchina, per spiegare come è cambiato il mondo del lavoro e come formarsi per attraversarlo. Un rapporto antico che nei secoli li ha visti in competizione, sino all’avvento dell’intelligenza artificiale con la quarta rivoluzione industriale che permette alla fabbrica di funzionare senza l’intervento dell’uomo.

E allora cosa è rimasto all’uomo a cui la macchina non può arrivare? La sua “Umanità”.
Come affrontare le sfide dell’industria 4.0 che ha posto in quiescenza lo Statuto dei lavoratori? Quali nuove strade intraprendere? Ne hanno discusso Ciro Cafiero, avvocato giuslavorista e Alessandro Mazzullo, avvocato esperto del Terzo Settore.

Un percorso indietro nel tempo l’ha fatto l’avvocato Cafiero per spiegare che la quarta rivoluzione industriale, la cosiddetta “industria 4.0”, ha riportato la condizione del lavoratore ai primi dell’800, ai tempi della pastorizia o della bottega, in cui il luogo di lavoro coincideva con l’abitazione, senza vincoli di tempo e spazio.

Lo smartworking o crowdworking, figli della rivoluzione tecnologica, sono forme di lavoro tramite le quali si entra in fabbrica da casa con uno smartphone in qualsiasi momento e parte del mondo. L’avvento dell’industria 4.0 ha reso pertanto il lavoro più precario smantellando i diritti dei lavoratori conquistati attraverso la prima rivoluzione industriale, che si indentifica con l’introduzione della macchina a vapore e la seconda rivoluzione, che si è conclusa nel 1970 con la promulgazione dello Statuto dei lavoratori.

La macchina ha iniziato a sostituirsi all’uomo con la terza rivoluzione industriale, sino a giungere alla quarta rivoluzione. Nasce nel 2013 ufficialmente l’industria 4.0, sino allora non siparlava di intelligenza artificiale, tramite la quale uno stabilimento industriale è in grado di lavorare da solo, senza l’intervento dell’uomo. Una sfida continua dunque tra l’uomo e la macchina si è susseguita negli anni.
Ma come può vincere l’uomo sulla macchina? “La macchina sarà sempre più veloce dell’essere umano”, ha concluso l’avvocato Cafiero. Solo l’umano potrà competere e vincere sulla macchina. Intuizione, creatività, empatia e umanità sono i quattro elementi di cui l’uomo ha bisogno per vincere, che sono il riflesso di quelle attività che richiamano i vecchi mestieri. La rivoluzione tecnologica farà sparire i lavori ripetitivi non solo manuali ma anche intellettuali. Saranno richiesti lavori di servizio alla persona, all’ambiente e alla terra”.

“E un momento sia di crisi, sia di cambiamento, ha aggiunto Alessandro Mazzullo, avvocato esperto del Terzo Settore, bisogna sviluppare capacità di adattamento al cambiamento, interpretare e intercettare le soluzioni che emergono”. “È in crisi la stessa idea di sviluppo economico”, ha spiegato l’avv. Mazzullo.
Una certa teoria di mercato ripiegata sulla massimizzazione del profitto non è più valida, perché l’impresa non è avulsa dal sistema economico in cui opera. Secondo l’economista Michael Porter è una strategia aziendale destinata a soccombere. In questo momento di crisi l’Italia ha bisogno di aprire nuove strade verso attività economiche rivolte a principi diversi dal puro profitto, senza rinunciare a produrre valore economico. L’impresa sociale, che ha come obiettivo la massimizzazione dell’impatto sociale con un vincolo di sostenibilità economica, è una di esse. L’obiettivo non è la massimizzazione di profitto, ma la creazione di valore che ha un effetto moltiplicativo. “Un’impresa sociale – ha spiegato Mazzullo, che si occupa del reinserimento sociale ed economico del detenuto - produce anche effetti positivi sul debito pubblico e sul Pil".

Altra imminente sfida è quella demografica. Il Paese è uno dei più vecchi al mondo. Si renderanno necessari servizi alla persona che prima erogava lo Stato e ora per problemi di debito pubblico non può più assicurare”.

Ultima modifica: Lun 29 Gen 2018

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