O come 'Obiettività'. Che si fonda (spesso ma non sempre) sui numeri.

Il mito dell’obiettività è un ideale irraggiungibile per il mondo dell’informazione? Intanto ai mass media spetta il compito di fornire un’immagine corretta, rappresentativa e quanto più possibile obiettiva di un fenomeno. E allora da dove partire per analizzare un argomento? I numeri sono sufficienti per dare una informazione corretta?

I numeri sicuramente conferiscono la dimensione alle parole. Se con le parole si può sovrastimare o ridimensionare, i dati cristallizzano nel tempo e nello spazio un avvenimento. I dati diventano serbatoio di memoria.

L’olocausto lo si ricorderà per sempre per i sei milioni di ebrei morti.
I 96 miliardi di euro del fatturato dell’azzardo legale nel 2016, pari al 4,7% del prodotto interno lordo, più di quanto lo Stato spende per l’istruzione (poco più del 4%), fanno assumere a questo fenomeno la veste di “cancro” sociale che si sta diffondendo al pari della droga e del narcotraffico.

Ma succede anche che i numeri si prestino a insidiose strumentalizzazioni. L’immigrazione ad esempio è un tema che divide: da una parte ci sono i sostenitori, che, approfondendo il fenomeno dal punto di vista della geopolitica, pongono l’attenzione sulla realtà indiscutibile della crisi demografica di un’Europa che non fa figli ed è circondata da Paesi in grande fermento demografico; dall’altra ci sono i contrari all’accoglienza che vedono i flussi migratori come un problema. Nell’opinione pubblica è passato il dato che tra quest’anno e il 2018 potrebbe arrivare un milione e mezzo di migranti sulle onde del Mediterraneo o attraverso le vie balcaniche, poco si parla però dei dati diffusi dall’Unhcr, l'Agenzia delle Nazioni Unite specializzata nella gestione dei rifugiati, che confermano che solo il 54% resta in Italia.

C’è poi l’usura, un altro fenomeno complesso ma sommerso che riguarda la società, le sue istituzioni, l’intero sistema economico, caratterizzato da un’ambiguità tipica di molte attività illegali, che non può fare affidamento sui numeri per la sua narrazione. Il numero delle denunce presentate dalle vittime infatti rappresenta solo la punta di un iceberg, esse sono molto condizionate dal contesto ambientale e sociale da cui provengono. In altri termini, può accadere che in una regione in cui l’usura è molto diffusa ma esercitata da organizzazioni criminali, le denunce siano inferiori a quelle registrate in un’altra in cui è meno diffusa ma esercitata da micro-usurai.

E quindi, se è vero che prima di ogni valutazione economica, sociale e politica un argomento deve essere conosciuto nei numeri, è altrettanto vero che la mancanza di dati non deve procurare alibi per l’assenza d’informazione. E allora qual è la strada che porta all’obiettività dell’informazione? L’etica della responsabilità e della solidarietà nei confronti delle persone, sia di quelle censibili, sia di quelle invisibili.

Ultima modifica: Mer 23 Ago 2017