Giovani Giornalisti/5 - Il rispetto che si deve al lavoro dei giornalisti.

Quando penso al lavoro dei giornalisti di oggi, per lo più precari, penso a tutto il lavoro che sta dietro al loro lavoro.

Mi spiego meglio: quando leggiamo un articolo di giornale (ascoltiamo un servizio radiofonico o vediamo un servizio televisivo), a fianco, in cima o in coda troviamo una firma. Una firma corrisponde ad una persona. Di questi tempi, in molti casi purtroppo, quella persona è un lavoratore precario.

Ecco, quella persona, prima di vedere pubblicato il proprio pezzo, lo ha scritto con professionalità, impegno e passione (e magari, dopo averlo consegnato, ha atteso del tempo prima di vederlo pubblicato). E prima di scriverlo ha lavorato per prepararlo al meglio, andando sul posto, studiando e verificando. E prima ancora di prepararlo al meglio per scriverlo, ha atteso, più o meno al lungo, una risposta dalle redazioni con le quali collabora. Ma, prima prima ancora, ha investito energie per proporre il pezzo alle redazioni con le quali collabora, nella speranza che la proposta vada in porto. E prima prima prima ancora, ha investito energie nel “captare” notizie che potessero rientrare nel target dei giornali con cui collabora per farle diventare, quindi, nel tempo, lavoro.

Ecco. Tutta questa lunga catena di eventi – apparentemente insignificante per i più – è, in realtà, una catena di eventi che significa tempo. Tanto tempo. Significa energie spese in ciò in cui si crede, che si ama. Tante energie. Ma significa soprattutto lavoro. Lavoro. Non un passatempo. Non un hobby creato per tappare i buchi del tempo libero tra famiglia e lavoro.

Ciò che sta dietro ad un articolo di giornale è, dunque, il lavoro. L’articolo stesso che leggiamo (o il servizio che seguiamo alla radio o in tv) è espressione del lavoro.
Con questo non sto qui a recriminare compensi più equi o una maggiore regolarità delle entrate mensili, ma penso solo al rispetto che andrebbe dato a chi ha fatto – o cerca di fare - della scrittura giornalistica il proprio lavoro.

Rispetto. Niente di più.
Perché il rispetto per il lavoro giornalistico, come per ogni altro lavoro, dovrebbe essere scontato.
Eppure, ancora oggi, non lo è.

Ultima modifica: Gio 17 Mag 2018

UCSI - PI 01949761009 - CF 08056910584 - Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 224 del 29/09/2014 - Tutti i diritti riservati