Giovani Giornalisti/7 - L'illusione di essere tutti giornalisti

Lavoro dovrebbe essere sinonimo di' dignità della persona, uno scambio reciproco vòlto all’instaurazione di un rapporto di fiducia tra due o più soggetti, chi crea e propone, e chi domanda e riceveì, in un contesto di rispetto per l’operato di ognuno.

Ma la cultura, il mercato e le leggi attuali hanno contribuito a lacerare questo tessuto relazionale fondamentale, che dovrebbe costituirne, invece, la base. In ogni settore.

Il giornalismo e l’editoria stanno subendo, ormai da anni, questa crisi.
Mancano i fondi dedicati, gli introiti pubblicitari e, soprattutto, normative aggiornate e adeguate, in grado di contrastare una realtà in continua evoluzione, in cui chiunque, tramite social network, blog e profili vari, può avere l’illusione – o l’arroganza - di diventare giornalista o addetto stampa, spesso senza avere alle spalle un’etica, una professionalità e l’accortezza di verificare fonti e fatti, causando smarrimento nell’utente finale, e minando la fiducia stessa verso il comunicatore professionista.

Ma è un settore che soffre anche la mancanza di un confronto deciso tra le parti, di una contrattazione collettiva che permetta anche ai più giovani – che operano spesso non retribuiti o sottopagati, affollando le redazioni o lavorando come free lance - di accedere alla professione, con le dovute garanzie.
Purtroppo la mancanza di queste tutele, del rispetto verso il ruolo del giornalista, può portare solo ad intaccare la qualità dell’informazione stessa.

Ultima modifica: Gio 24 Mag 2018