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Le notizie che riguardano il giornalismo e la comunicazione

Giornalismo d'inchiesta: il Premio Giustolisi va a Luca Cari

Il giornalista Luca Cari con l'inchiesta "Noi pompieri del barcone dell'orrore", pubblicata da Panorama, è il vincitore del Premio "Franco Giustolisi - Giustizia e verità" edizione 2016. Il Premio sarà consegnato il 19 novembre a Marzabotto, presso la Casa della Cultura e della Memoria, alla presenza del presidente del Senato, Pietro Grasso. L'inchiesta, si legge nella motivazione del Premio, «ci porta a contatto fisico con la tragedia dell'immigrazione e con le sue vittime. La lunga esperienza di Cari nel corpo dei Vigili del Fuoco gli permette una testimonianza diretta, interdetta per ragioni di sicurezza a qualunque altro giornalista. Ma Cari è un giornalista vero e trasforma in notizia la tragedia è rende realtà la crudezza delle immagini».
Il Premio speciale "Franco Giustolisi - Fuori dall'Armadio" è stato assegnato invece a Gaetano Pecoraro per l'inchiesta "La strage di Militari che lo Stato non vuole vedere". Al centro dell'inchiesta la vicenda dei soldati ammalati dopo essere venuti a contatto con munizioni armate con uranio impoverito. Il servizio è andato in onda su "Le Iene".
Per la sezione editoriale, il Premio va ad Andrea Greco ("La Repubblica") e Giuseppe Oddo ("Il Sole 24 Ore") con "Lo Stato parallelo" (Ed. Chiarelettere). Si tratta di una imponente inchiesta sull'Eni, «uno Stato nello Stato», come viene definito dagli autori. Premio Speciale alla carriera a Bernardo Valli, «storica firma del giornalismo italiano e ancora oggi il più autorevole inviato dai fronti di guerra».

Partecipa al nuovo dibattito nella rubrica IDEE del nostro sito

Dopo aver analizzato a fondo i risultati del Rapporto Censis-Ucsi sulla comunicazione e aver approfondito e interpretato, nella rubrica IDEE, il tema della disintermediazione, apriamo ora un nuovo confronto su una questione altrettanto importante e controversa: la riforma e il futuro dell’Ordine e degli organismi rappresentativi dei Giornalisti..
Il primo intervento, a cui ne seguiranno certamente altri, è di Andrea Melodia, che esprime una valutazione e indica una sua personale proposta. Potete leggerla cliccando adesso su IDEE, più in basso a destra o direttamente qui:www.ucsi.it/news/mediaetica/idee/8371-la-vittoria-di-trump,-la-disintermediazione-e-le-nuove-sfide-per-i-giornalisti-e-per-chi-li-rappresenta.html

Per commentare, integrare e proporre altre riflessioni potete scrivere a ucsi@ucsi.it

 

Le regole per i crediti formativi dei giornalisti. Il 31 dicembre scade il primo triennio

Il 31 dicembre 2016 termina il primo triennio formativo. L’invito è a
verificare la propria posizione e i crediti formativi acquisiti. Il controllo è
semplice e immediato attraverso la Piattaforma Sigef cui tutti dovrebbero già
essere iscritti per poter prenotare l’iscrizione agli eventi formativi.
Purtroppo dalle statistiche risulta ancora vi siano giornalisti non registrati
sulla piattaforma. Altri risultano indietro con i crediti. Il Ministero di
Giustizia ha recentemente ricordato formalmente all’Ordine che l’inosservanza
dell’obbligo previsto dalla legge dovrà comportare l’apertura di un
procedimento disciplinare. Già l’’art. 9 del regolamento della formazione
ricorda l’obbligo deontologico per tutti i giornalisti in attività assegnando
all’Ordine regionale la verifica dell’eventuale inadempienza. L’iscritto in tal
caso sarà invitato ad avviare entro tre mesi il percorso formativo e a
completarlo per la parte contestata nei successivi 90 giorni. Qualora persista
l’inosservanza, il Consiglio regionale dell’Ordine ne dà segnalazione al
Consiglio di disciplina territoriale. Nella fase finale del triennio può essere
importante tener presente che tutti i crediti formativi possono essere
conseguiti con i corsi online che il Consiglio nazionale ha in particolare
rafforzato nell’ultimo anno, attraverso il proprio sito internet www.odg.it .
Il sistema di calcolo dei crediti formativi professionali (CFP) è basato su ogni
ora di partecipazione agli eventi. Ogni ora rappresenta un CFP. Per l’
assolvimento dell'obbligo formativo l'iscritto deve acquisire 60 crediti in
ciascun triennio (con un minimo di 15 annuali) di cui almeno 20 derivanti da
eventi deontologici. Gli eventi interamente dedicati alla deontologia
beneficiano di due crediti formativi aggiuntivi solo se organizzati a titolo
gratuito. Per i neo-iscritti l’inizio della formazione è fissato al 1° gennaio
successivo alla data di iscrizione ma il credito formativo triennale e la
relativa tipologia sono riproporzionati in ragione d’anno (20 crediti annui di
cui un terzo derivante da eventi deontologici) per il tempo restante alla
conclusione del triennio formativo. Non è invece possibile riportare nel
computo dei crediti di un triennio quelli eccedenti maturati nel triennio
precedente. Alcune semplificazioni sono previste per gli iscritti all’Albo da
più di 30 anni che svolgano attività giornalistica a qualsiasi titolo. Ad essi
basta acquisire 20 crediti deontologici nel triennio. Sono altresì esentati
dall’obbligo formativo i pensionati purché non svolgano alcuna attività
giornalistica. Alcune esenzioni temporanee sono assicurate dall’art. 11 del
regolamento. Su richiesta dell’iscritto, il Consiglio regionale competente può
esentare il giornalista dallo svolgimento della formazione in caso di
maternità o congedo parentale; malattia grave, infortunio e altri casi di
documentato impedimento derivante da accertate cause oggettive; assunzione di
cariche elettive per le quali la vigente legislazione preveda la possibilità di
usufruire di aspettativa dal lavoro per la durata del mandato e limitatamente
ad esso. Nel riconoscere l’esenzione, il Consiglio regionale ridetermina la
misura dell’obbligo formativo triennale.

 

* L'autore è Consigliere nazionale dell'Ordine dei Giornalisti

Tv2000 ha lanciato la nuova edizione (serale) del suo telegiornale

Via alla terza edizione del telegiornale di Tv2000, diretto da Lucio Brunelli. L’edizione delle 20.30 si aggiunge alle due edizioni già esistenti, quella delle 12 e quella delle 18.30. Tra le novità il coinvolgimento di alcuni opinionisti come lo scrittore Eraldo Affinati, il fondatore di Slow Food Carlo Petrini e il direttore de 'Il Sismografo', Luis Badilla. “Il tratto dell'informazione di Tv2000 - ha sottolineato il direttore dell’informazione di Tv2000, Lucio Brunelli - sta nel suo stile garbato e nell’affidabilità delle notizie”. Un tg dove trova uno spazio l’attività del Papa, accanto ai temi di servizio per i cittadini, ai conflitti dimenticati, alle storie positive. Ci saranno politica, cronaca, economia, esteri, cultura, “con il nostro sguardo che rifugge il teatrino della politica”. 2La decisione - ha spiegato Brunelli - è nata su incoraggiamento dell’editore e su sollecitazione di tanti telespettatori che per motivi legati all’orario di lavoro lamentavano di non poter seguire l’informazione di Tv2000”. Un’avventura, ha spiegato ancora Brunelli, “avviata senza la presunzione di poter sfidare i colossi dell’informazione serale, ma con la coscienza di poter dare una nostra impronta al racconto dei fatti del giorno”. Nel complesso, dunque, si tratterà di uno spazio informativo di 35 minuti che viene concepito come unico, in cui le notizie e l’approfondimento andranno di pari passo.
Ogni giorno ci sarà almeno una storia positiva, di quelle che ci piace far conoscere, legata a ciò che accade nel mondo ma capace di andare oltre la cronaca. E poi l’approfondimento delle notizie con un ospite in studio: uno spazio fisso per tre commentatori che vuole essere una pillola di riflessione a chiusura del telegiornale, che non si limiterà alla cronaca spicciola.

C'è allarme, nel mondo, per le limitazioni alla libertà di stampa

I giornalisti di tutto il mondo sono sempre più sotto tiro. È il quadro che emerge dalla riunione del Comitato esecutivo della Federazione internazionale dei giornalisti (Ifj), che ha accolto la proposta della Fnsi di promuovere iniziative in tutti i Paesi e un incontro con Commissione e Parlamento Ue per chiedere di fermare la repressione in atto in Turchia.
I giornalisti sono sempre più minacciati, incarcerati, ammazzati. Un'escalation di violenza che assume forme diverse e che si sta diffondendo in tutto il mondo. Per questo la Ifj, cui aderiscono i sindacati di 130 Paesi, il cui Comitato esecutivo si è riunito a Bruxelles, si mobilita per accendere i riflettori su un fenomeno che colpisce al cuore le democrazie perché indebolisce il diritto dei cittadini ad essere informati e per chiedere alle organizzazioni internazionali di agire presso i governi per porre fine all'impunità.
In cima alla lista delle emergenze per l'informazione e per le libertà e i diritti civili c'è la Turchia. Il documento condiviso dall'intero esecutivo è fatto proprio da Philippe Leruth, presidente dell'Ifj: sarà lui a individuare la data in cui organizzare sit-in davanti alle sedi diplomatiche della Turchia nei vari Paesi e a programmare un incontro delle rappresentanze nazionali dei giornalisti con le massime istituzioni europee.
Le aree più esposte restano quella africana, dove la Somalia - fa notare Omar Faruk Osman, segretario del sindacato dei giornalisti somali - rimane il posto più pericoloso del continente per esercitare la professione giornalistica. La situazione è critica anche in Sud America, con numerosi Paesi a rischio per i giornalisti. A cominciare dal Venezuela, dove la grave crisi interna si è tradotta anche in un bavaglio generalizzato alla stampa, per finire alla Colombia, dove il numero dei giornalisti minacciati, rapiti o ammazzati rimane molto alto. In questo contesto molto preoccupante, rappresenta comunque una buona notizia il ritorno nella famiglia dell'Ifj dei sindacati dei giornalisti dell'Argentina e dell'Uruguay. Resta critica la situazione invece in India, Pakistan e in molti Paesi del Sud Est dell'Asia, a cominciare dalla Cina. Sotto osservazione anche l'Europa, dove la “ley mordaza” spagnola, le restrizioni e i controlli preventivi messi in atto in Francia dopo la strage di Charlie Hebdo, e il numero crescente di cronisti italiani minacciati o trascinati in tribunale a scopo intimidatorio, impongono azioni coordinate e mirate.
L'aspetto più grave degli attacchi ai giornalisti e alla libertà di stampa in atto in tutto il mondo è nella quasi certezza dell'impunità per chi se ne rende colpevole. l'Ifj ha lanciato, come e’ noto, la campagna #Endimpunity. Al 31 dicembre 2015, il numero dei giornalisti ammazzati in dieci anni nel mondo è impressionante: 827.
Le parole d'ordine della campagna #Endimpunity sono "prevenzione, protezione e repressione". È necessario, spiegano i rappresentanti delle Nazioni Unite, che i governi si assumano la responsabilità di proteggere il diritto di espressione e la sicurezza dei cronisti. Occorre attivarsi per far sì che i governi proteggano la libertà di stampa e il dovere dei giornalisti di informare l'opinione pubblica.