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Le notizie che riguardano il giornalismo e la comunicazione

MEDIA CATTOLICI: TARQUINIO (AVVENIRE), E RUFFINI (TV2000) AL COPERCOM

1aaaha7-horzLa Chiesa in uscita è quella che “non accetta battaglie di trincea ma combatte in campo aperto, dove ci sono tutti i conflitti del mondo e c’è bisogno degli ospedali da campo”. È un passaggio della riflessione di Marco Tarquinio, direttore di “Avvenire”, intervenuto al Comitato dei presidenti e delegati del Copercom sul tema “I media cattolici al tempo di Papa Francesco: responsabilità, sinergia e sussidiarietà”. Nel mondo cattolico, ha osservato, “ci sono competenze, intelligenze ed energie che non possono essere chiuse dentro i nostri recinti”. I media cattolici “sono oggi uno strumento fondamentale” e il nostro compito è “non perdere voci e presenze”, con una nota di preoccupazione per i settimanali diocesani. Sul piano delle sinergie, la proposta di “creare un luogo in cui far confluire tutto quello che produciamo ogni giorno come media cattolici”. L’informazione sempre più disponibile per tutti, “in cui sembra che potenzialmente tutte le fonti abbiano pari dignità e valgano allo stesso modo”, rappresenta una sfida per “la comunicazione tradizionale in crescente difficoltà”: “Noi abbiamo sempre più bisogno di pozzi di acqua potabile, di un’informazione sicura e affidabile. Altrimenti rischiamo di non capire nemmeno dove si trovano le verità più piccole”. Anche nel panorama cattolico, ha precisato, “assistiamo alla diffusione del populismo, che è un peccato contro la carità e la fraternità”: “È un dato nuovo, ad esempio, che il populismo cattolico si manifesti contro il Papa. Ma noi siamo chiamati a non assecondare queste ondate”.

Ruffini (Tv2000), “evitare di rappresentarci come un mondo separato”

 “Assumere il linguaggio della contemporaneità e non demonizzare il mondo della televisione, perché è necessario utilizzare la lingua del nostro tempo per essere compresi”. Lo ha detto Paolo Ruffini, direttore di rete Tv2000, intervenendo al Comitato dei presidenti e delegati del Copercom sul tema “I media cattolici al tempo di Papa Francesco: responsabilità, sinergia e sussidiarietà”. “Parlare chiaro è una delle sfide che abbiamo davanti”, ha precisato: “Come media cattolici dobbiamo evitare di rappresentarci come un mondo separato, magari separandoci anche tra noi. La nostra identità deve essere costruita sul dialogo e non sull’esclusione”. “Tanti credono di avere sempre la verità in tasca”, ha sottolineato Ruffini citando Giovanni Paolo II, ma “non è così”: “Da media cattolici dobbiamo essere ed essere percepiti come cercatori di verità, anche da chi non crede”. Sul versante della sinergia, ha precisato, “siamo chiamati a fare rete tra di noi senza trasformare la rete in una forma di sopraffazione dell’altro”. D’altra parte, “anche se ci scontriamo tutti i giorni con la mancanza di mezzi, nei momenti di crisi si può riscoprire la più grande vocazione e l’impegno più sentito”. “Nessuno deve sentirsi piccolo, troppo piccolo rispetto ad un altro troppo grande”, ha aggiunto riportando il discorso di Papa Francesco ai membri dell’associazione “Corallo”: “Non dobbiamo avere complessi di inferiorità, ma nemmeno di autosufficienza”. Invece, “è opportuno recuperare la capacità di raccontare e di calarsi nella realtà”. (SIR)

TERZO MEETING NAZIONALE PELLEGRINI NEL CYBERSPAZIO. PRESENTE ANCHE L’UCSI

1aaaka4“Raccontare la foresta che cresce”. Questo il tema della terza edizione del meeting nazionale dei giornalisti cattolici “Pellegrini nel cyberspazio”. È organizzato dal settimanale “L’Ancora” in collaborazione con Fisc, Agensir, Ucsi, Zenit e Ordine dei giornalisti delle Marche (Grottammare – Ascoli Piceno –, 16-19 giugno). Tra i relatori monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Conferenza episcopale italiana. Sedici i crediti formativi dell’Ordine. Condurrà i lavori don Adriano Bianchi, direttore “La Voce del Popolo” di Brescia. “Con il tema per l’edizione 2016 – spiegano i promotori – si apre una concreta riflessione sul giornalismo costruttivo che guarda alla realtà con gli occhi della speranza per raccontare anche quella ‘foresta che cresce’ sul terreno della società contemporanea”. La prima giornata, dopo i saluti di monsignor Carlo Bresciani (vescovo di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto), affronterà “L’informazione Rai nell’anno del Giubileo”, con Fabio Zavattaro (vaticanista Tg1), Enzo Romeo (vaticanista Tg2), Vincenzo Morgante (direttore Tgr Rai), padre Gianni Epifani (“A sua Immagine”), Andrea Melodia (Ucsi), moderati da Alessandra Ferraro (vice caporedattore Rai). Inoltre, ci si interrogherà sul “Rapporto tra i media nazionali e locali, quale direzione?”, con monsignor Domenico Pompili (vescovo di Rieti), Domenico Delle Foglie (direttore Agensir), Ferruccio Pallavera (“Il Cittadino”, Lodi) e Andrea Domascio (capo redattore Radio InBlu), moderati da Claudio Turrini (vice direttore “Toscana Oggi”).La giornata del 17 giugno sarà dedicata “a Google, al destino dei giornali tra carta e digitale, al ruolo del Social Media Manager, a Big Data e Marketing, alla pubblicità e agli aspetti organizzativi della redazione”. Interverranno Elisabetta Tola (Google Italia), Daniele Chieffi (Head of Social Media Management & Digital Pr in Eni), Massimo Calvi (“Avvenire”), Alessando Chessa (Imt Lucca), Piero Vietti (capo redattore “Il Foglio”). Modererà Massimo Donaddio (“Il Sole 24 Ore”). Il 18 giugno si parlerà di “Gesti e parole che hanno cambiato la storia, lo stile della comunicazione in Italia ai tempi di Papa Francesco”, con don Ivan Maffeis (direttore Ufficio comunicazioni sociali Cei), Paolo Ruffini (direttore Tv2000), Giovanna Chirri (vaticanista Ansa) e Francesco Zanotti (presidente Fisc), moderati da Giovanni Tridente (coordinatore Ufficio comunicazione Pontificia Università Santa Croce). A seguire focus su “Migrazione, comunicazione e web”, con gli interventi di monsignor Nunzio Galantino e Jacques Behnan Hindo, arcivescovo dell’arcieparchia di Hassaké-Nisibi dei Siri (territori sotto attacco Isis). Modererà Marta Petrosillo (responsabile stampa “Aiuto alla Chiesa che soffre”). In programma anche il dialogo sui “Media cattolici, quale direzione?” tra il vescovo Galantino e il direttore di “Avvenire”, Marco Tarquinio.

Durante il meeting verranno assegnati premi alle testate che si iscriveranno (segreteriameeting@gmail.com) al concorso entro l’11 giugno. La Giuria, composta dai direttori delle testate Fisc delle Marche, sarà presieduta da Beatrice Testadiferro, direttrice della “Voce della Vallesina”. Le  quattro sezioni in gara: giornalismo, grafica, fotografia, video. Ai  vincitori: un Corso Anicec della Cei e un quadro di un artista sul tema della sezione. Possono partecipare, così gli organizzatori, “tutte le testate online che si occupino della comunità cristiana senza tralasciare la cronaca o i fatti del territorio di riferimento, tenendo conto dei temi legati al Giubileo straordinario della misericordia ‘come tempo favorevole per la Chiesa, perché renda più forte ed efficace la testimonianza dei credenti’”. (COPERCOM)

STORICO SORPASSO NEGLI USA: REDATTORI TESTATE ONLINE SUPERANO QUELLI DEI QUOTIDIANI DI CARTA

1aaaja8I redattori delle testate online superano quelli dei quotidiani cartacei negli Stati Uniti. Lo rivelano i dati dell’Ufficio statistico del Dipartimento del lavoro Usa, secondo cui, a marzo, 197.800 americani lavoravano per testate online, contro i 183.200 impiegati nelle redazioni di quotidiani Usa. La forbice, come dimostra nel grafico, vedeva negli anni ’90 un notevole divario a vantaggio dei tradizionali redattori cartacei che si è progressivamente erosa fino al sorpasso di marzo 2016. Secondo Niemanlab, si tratta di un processo che è solo all’inizio: “i posti di lavoro nei quotidiani cartacei continueranno ad evaporare”, specie nelle redazioni più piccole e locali, che incontrano difficoltà nella “raccolta pubblicitaria”.Anche “le persone assunte dai periodici sono crollate del 37%, dal picco di 150.100 del dicembre 1990 agli attuali 93.600″ redattori.(NEWS)

CONGRESSO IFJ, PRIMA GIORNATA ALL’INSEGNA DELLA SOLIDARIETÀ E COOPERAZIONE

1aaaka Chiusa la prima giornata del 29esimo congresso della International federation of journalists (Ifj) ad Angers, in Francia. Con la relazione del segretario generale, Anthony Bellanger, il lavoro dei 300 delegati è entrato nel vivo. A Bellanger è spettato tracciare un bilancio delle attività svolte dalla federazione internazionale «in un contesto che vede moltiplicarsi le minacce alla libertà di stampa e le zone di conflitto nelle quali sono impegnati gli operatori dell’informazione». Non solo Charlie Hebdo: in Yemen sono stati uccisi in redazione 15 cronisti solo nel 2015 e altri 9 sono stati assassinati in Messico mentre svolgevano il loro lavoro. Difesa dei diritti umani e dei diritti sindacali, sicurezza dei giornalisti impegnati nelle zone “calde” del pianeta e cooperazione tra colleghi sono alcune delle priorità per la Federazione internazionale dei giornalisti. Tra queste, anche «la cancellazione della pena carceraria per i giornalisti», ha sottolineato Bellanger dal palco, affrontando così un argomento in agenda che riguarda da vicino l’Italia, in attesa che il Parlamento metta mano ad una sanzione fortemente criticata sul piano internazionale.Al tavolo di presidenza di Angers siede Anna Del Freo, segretario generale aggiunto vicario della Fnsi, eletta nel board del Congresso Ifj. Della delegazione italiana, guidata dal segretario generale Raffaele Lorusso, fanno parte anche il segretario generale aggiunto Carlo Parisi e il vicesegretario Mattia Motta.
Nel corso della discussione è stato posto l’accento sull’importanza della diffusione della “Carte de press” per rendere subito riconoscibili i giornalisti in tutto il mondo mentre tra le proposte avanzate all’assise è stata accolta con favore quella di stipulare convenzioni ad hoc con compagnie di assicurazioni per i giornalisti impegnati nelle zone di guerra, al pari di una maggiore formazione professionale. Richiesta, quest’ultima, avanzata da diversi delegati del Sudest asiatico e dell’Africa.
Il dibattito della prima giornata è stato all’insegna della solidarietà e della cooperazione tra le federazioni di giornalisti (180 quelle rappresentante dalla Ifj) di 140 Paesi diversi presenti ad Angers, per una platea di 300 delegati che saranno chiamati a designare il successore di Jim Boumelha, arrivato al secondo - e ultimo - mandato come presidente della Ifj.
 
Dai dati in possesso della Federazione internazionale, dal 1990 ad oggi sono 2.300 i giornalisti uccisi nel mondo, tra cui anche una giovane giornalista francese originaria di Angers: Camille Lapage, 26enne che ha trovato la morte in Africa Centrale il 12 maggio 2014. Le foto che hanno preceduto la tragedia campeggiano nel centro congressi della città della Loira dove si svolge la riunione internazionale e per lei, al termine dei lavori, i delegati hanno marciato per il centro della cittadina.
«I giornalisti di tutto il mondo hanno siglato la loro fratellanza. Le loro lingue possono essere diverse, le posizioni possono scontrarsi, le passioni sfidarsi, ma i giornalisti hanno il loro organismo internazionale. I giornalisti si uniscono perché sono giornalisti». Questo il messaggio che sanciva la nascita della Ifj nel 1926: Angers, 90 anni dopo, sembra dire che la solidarietà tra giornalisti – e federazioni nazionali – è ancora oggi un tassello fondamentale per la difesa della libertà di stampa. (FNSI)

RITIRATA NORMA DIFFAMAZIONE POLITICI E MAGISTRATI, FNSI: BENE, ORA VIA IL CARCERE PER I GIORNALISTI

1aaaka1Non ci sarà più alcun riferimento al reato della diffamazione nella norma contenuta nel disegno di legge contro le intimidazioni agli amministratori pubblici. Ad annunciarlo è stato il relatore del provvedimento, senatore Giuseppe Cucca, intervenendo in Aula nel corso della discussione sul testo. Una notizia positiva, più volte auspicata dal sindacato dei giornalisti: «Non possiamo che prendere atto con soddisfazione – è il commento del presidente Giulietti e del segretario generale Lorusso – della decisione di stralciare dalla legge a tutela degli amministratori "sotto tiro" la parte relativa all'inasprimento ulteriore delle sanzioni penali, leggi carcere, relative alla diffamazione». Del resto, come hanno fanno più volte notare i vertici della Federazione nazionale della stampa italiana, è da tempo in discussione un’altra legge, giunta alla quarta lettura, che prevede l'abrogazione del carcere, come richiesto dalle istituzioni comunitarie. «La Fnsi – proseguono Lorusso e Giulietti – ringrazia quanti, dentro e fuori il Parlamento, hanno condiviso l'impegno e le iniziative di questi giorni e si augura che finalmente possa essere approvata la nuova normativa sulla diffamazione che, oltre ad abrogare la pena del carcere, possa finalmente prevedere norme che scoraggino l'uso e l'abuso delle cosiddette "querele temerarie", divenute un vero e proprio strumento di intimidazione nei confronti dei cronisti». La norma, che prevedeva la possibilità per i giornalisti di essere condannati fino a 9 anni di carcere se accusati di aver diffamato un politico, un amministratore pubblico o un magistrato, aveva sollevato nei giorni scorsi molte polemiche e innescato la decisa reazione, tra gli altri, anche di Fnsi, Ordine dei giornalisti e Ossigeno per l’informazione. «Per evitare altre strumentalizzazioni e polemiche infondate – ha spiegato il Aula il senatore Cucca – abbiamo deciso di levare dal testo dell'articolo 3 anche il riferimento all'articolo 595 del codice penale e non vi sarà più alcun legame con il reato della diffamazione». (FNSI)