Professione

Le notizie che riguardano il giornalismo e la comunicazione

IRLANDA, LA GUERRA DELLE GANG MINACCIA I GIORNALISTI

1AZ4 La polizia irlandese ha avvertito i giornalisti che lavorano per i principali quotidiani dei Paese che sono sotto la minaccia delle gang criminali, dopo una serie di violenze culminate in due omicidi. Il gruppo media INM, che comprende l'Irish Independent e il Sunday Independent, le due testate più vendute del Paese, ha detto che la polizia ha messo i dipendenti ufficialmente in allerta. "Questa è un'oltraggiosa minaccia alla libertà di stampa in Irlanda e la prendiamo con la massima serietà" ha detto il direttore di INM Stephen Rae. "E' particolarmente preoccupante che minacce di questa natura siano emerse mentre si avvicina il ventesimo anniversario della morte della nostra collega Veronica Guerin, uccisa da criminali per aver rivelato le loro attività". Guerin era una cronista di giudiziaria irlandese uccisa dai boss della droga nel 1996. "Il nostro gruppo media non verrà distolto dal servizio dell'interesse pubblico e dal mettere in luce la minaccia alla società posta da questi criminali" ha aggiunto Rae. INM ha detto di aver voluto rivelare pubblicamente le minacce per esporre il metodo delle bande criminali.Il premier irlandese Enda Kenny ha condannato le minacce e detto che i giornalisti hanno il "pieno supporto" del governo. "A nome mio e del governo deploro e condanno qualunque minaccia a qualunque giornalista" ha detto Kenny. "Chi ha attuato i recenti omicidi per le nostre strade sarà portato davanti alla giustizia e non risparmieremo risorse a questo scopo". Poliziotti armati presidiano ancora posti di blocco nella capitale Dublino dopo che quella che si ritiene sia una guerra tra gang rivali ha portato all'uccisione di due persone. David Byrne, 33 anni, è stato ucciso venerdì in mezzo alla folla nel corso di una manifestazione pubblica al Regency Hotel, nel nord della città. Lunedì il 59enne Eddie Hutch è stato assalito e ucciso a casa, nei pressi del porto di Dublino. Hutch era fratello di un noto capo di una gang di Dublino, noto con il soprannome di "monaco". Secondo la stampa irlandese i due omicidi sono legati alla guerra in corso tra i gangster di nord Dublino e il clan dei Kinahan, gruppo della mafia irlandese che ha il suo quartier generale in Spagna.(ASKNEWS)

PROFESSIONE: STEFANO MENICHINI NUOVO CAPO UFFICIO STAMPA DELLA CAMERA

1ad5L'ex direttore di Europa Stefano Menichini è il nuovo capo ufficio stampa della Camera dei Deputati. Stefano Menichini è il nuovo capo ufficio stampa della Camera dei Deputati. L'ex direttore di Europa è stata approvata dall’ufficio di Presidenza di Montecitorio con due astensioni: quelle di Claudia Mannino (M5S) e Gregorio Fontana.Il giornalista succede ad Anna Masera, tornata a La Stampa. Menichini l'avrebbe spuntata su un lotto ridotto di favoriti, composto da Menichini, Tullio Camiglieri, Ubaldo Casotto e Daniela Hamaui. Proprio l'ex direttrice dell'Espresso era data in pole position. Ha prevalso Menichini, ex direttore del giornale fondato come organo della Margherita e poi rimasto in area Pd. L'incarico è stato confermato anche su Twitter dalla presidente della Camera Laura Boldrini (AFFARITALIANI)

TOSI CONTRO REPORT: ARCHIVIATE LE QUERELE A RANUCCI. SENTENZA STORICA

1ad0Il Gip di Verona Livia Magri ha disposto l’archiviazione di nove procedimenti, tutti per diffamazione tranne uno per millantato credito e sostituzione di persona, aperti relativamente all’inchiesta “L’Arena” trasmessa il 7 aprile 2014, accogliendo la richiesta avanzata dal pubblico ministero. A querelare erano stati lo stesso sindaco di Verona, l’imprenditore Armando Marziano, due componenti della famiglia crotonese dei Giardino, il consigliere della quinta circoscrizione veronese Francesco Sinopoli, l’indipendentista veneta Patrizia Badii, una donna di origini rumene di cui in onda non è stata divulgata l’identità.

Secondo il giudice, Ranucci “ha dato ampia prova dell’approfondita attività di verifica delle notizie” e “le modalità di svolgimento del servizio”. Ha specificato che: “Non vi è neppure un fatto che sia risultato non veritiero”, dalla cena in Calabria a cui Tosi ha partecipato insieme a soggetti coinvolti in inchieste per associazione mafiosa, alla circostanza che diverse persone riferissero che esistesse un video hard coinvolgente il Sindaco e che potesse costituire un’arma di ricatto: “Proprio quest’ultimo aspetto determina l’interesse giornalistico e l’indiscutibile interesse pubblico” sull’esistenza o meno del video.

Tosi aveva fatto registrare Ranucci mentre stava svolgendo il suo lavoro d’indagine, e avanzatoquerela ancora prima che la puntata fosse trasmessa, sostenendo in conferenza stampa che Report stesse “costruendo, costruendo nel senso di montare qualcosa di non vero, una serie di notizie, cercando di averle, di comprarle, anche in maniera illecita, nel senso utilizzando in maniera illecita fondi della Rai, e utilizzando quindi una trasmissione di Stato per appunto, distruggere politicamente e personalmente il sottoscritto”. Il giudice ha scritto che tale querela “integra una calunnia”, decretando l’imputazione coatta del primo cittadino.

E’ una sentenza di portata storica  a difesa del  giornalismo d’inchiesta: sarebbe stato gravissimo se fosse risultato lecito da parte di un politico tentare di stoppare un’inchiesta registrando clandestinamente un giornalista e utilizzando querele preventive, rifiutando al contempo il confronto col cronista. Si chiude così la lunga scia giudiziaria successiva alla puntata dell’aprile 2014: quattordici complessivamente i procedimenti archiviati, contando anche quelli partiti dalle querele dell’ex comandante della Guardia di Finanza Bruno Biagi e dell’ex assessore allo sportMarco Giorlo. ARTICOLO21)

MESSICO, TROVATA MORTA GIORNALISTA SALAZAR RAPITA A VERACRUZ. 16 I GIORNALISTI UCCISI DAL 2010

1ad4Una giornalista 32/enne di Veracruz, Anabel Flores Salazar, è stata trovata morta oggi: lo ha reso noto la procura locale, precisando che lunedì scorso la donna era stata sequestrata dalla sua abitazione da un gruppo di uomini armati. Il corpo della cronista è stato trovato ai margini di un' autostrada nello stato di Puebla, confinante con Veracruz. La giornalista aveva le mani legate ed era seminuda. Flores Salazar, 'freelance' di 'El Sol de Orizaba' e madre di un bebè e di un bambino di 4 anni, nel quotidiano si occupava in particolare degli omicidi e degli altri fatti della cronaca nera locale, precisano i media messicani. Nell'agosto del 2004 la reporter si trovava insieme ad un uomo di una gang criminale nel momento in cui questo era stato arrestato, ha d'altra parte ricordato il 'Comitato per la protezione dei giornalisti', sottolineando che le autorità stanno tra l'altro indagando su questo fronte."Il governatore di Veracruz, Javier Duarte de Ochoa, ha alle spalle una triste storia di impunità ed è stato incapace, e poco disposto, a perseguire i delitti contro la stampa", ha precisato il coordinatore dell'organismo, Carlos Lauria. Dal 2000 a oggi i cronisti uccisi a Veracruz sono sedici, dieci dei quali, ricordano altre fonti, negli ultimi cinque anni. (HUFFINGTONPOST)

OMICIDIO REGENI, LE ASSOCIAZIONI (ANCHE L’UCSI) SI MOBILITANO “CHIEDIAMO VERITÀ E GIUSTIZIA”

1AV5 2Anche la Federazione nazionale della stampa aderisce alla mobilitazione promossa da Articolo21 e da altre associazioni, compresa l’UCSI, che chiedono alle autorità, italiane ed egiziane, verità e giustizia per Giulio Regeni, il giovane ricercatore morto a Il Cairo in circostanze ancora avvolte in un'aura di mistero.

La Federazione nazionale della stampa fa suo l’appello lanciato da Articolo21 e da altre associazioni che hanno deciso di listare a lutto, sino al giorno dei funerali, i propri siti, e di promuovere per domani alle 12 un "sit-in virale" rivolto all'ambasciata egiziana per chiedere verità e giustizia per Giulio Regeni. 

“Abbiamo espresso al sottosegretario Benedetto Dalla Vedova, l'apprezzamento per la posizione assunta dal ministro Paolo Gentiloni in relazione all'assassinio di Giulio Regeni”, anticipano il presidente Giulietti e il segretario generale, Raffaele Lorusso.

“Ci auguriamo che il governo italiano voglia proseguire con fermezza sulla strada della denuncia delle troppe ambiguità e contraddizioni che stanno segnando le indagini per ricostruire le ragioni che hanno portato all'assassinio di un giovane che aveva nel cuore i valori racchiusi nell'articolo 21 della Costituzione e che aveva il desiderio di conoscere e di ‘illuminare’ le periferie del mondo. Per questi motivi  abbiamo chiesto di essere informati sugli sviluppi  dell'iniziativa politica e diplomatica”.

La Fnsi, dal canto suo, aderirà alle campagne già in atto per impedire che indifferenza ed opportunismi possano paralizzare le indagini: “Per questo abbiamo deciso di aderire all'appello lanciato da Articolo 21 e da altre associazioni – chiosano Lorusso e Giulietti - che hanno deciso di listare a lutto, sino al giorno dei funerali, i propri siti, e di promuovere per domani alle 12 un ‘sit-in virale’ rivolto all'ambasciata egiziana per chiedere verità e giustizia per Giulio Regeni”,

Ecco di seguito il comunicato diffuso Articolo21.

Verità e Giustizia per Giulio Regeni. Art.21, “Listiamo a lutto i nostri mezzi di informazione”

“#Giulio Regeni, dottorando e autore di corrispondenze per alcuni media italiani, stava realizzando al Cairo inchieste scomode che ricostruivano molti angoli bui e forse per questo è stato preso, torturato e ucciso. Sono ancora troppe le contraddizioni e le oscurità nelle versioni fornite dalle autorità egiziane. E Come denunciano tutte le organizzazioni per i diritti umani e la libertà d’informazione, da Amnesty a Reporters sans Frontieres, in Egitto centinaia di attivisti, sindacalisti, blogger, intellettuali, vengono arrestati ogni giorno, spesso torturati, centinaia di loro scompaiono nel nulla senza che nessuno possa chiederne conto. Vogliamo quindi ridare forza e voce a quelle inchieste per costringere le autorità egiziane a ricercare davvero fino in fondo verità e giustizia, per Giulio e per tutte le vittime della cieca repressione”. 

“Listiamo a lutto i nostri siti, i nostri profili Facebook e Twitter, dedichiamo a Giulio, e non solo oggi, l’apertura e chiediamo a voce alta alle autorità egiziane con un’azione virale attraverso mail, web e social, verità e giustizia per #Giulio Regeni”. A scriverlo in una nota Elisa Marincola e Stefano Corradino, portavoce e direttore di Articolo21. “Rilanciamo quindi l’appello di uno degli organizzatori della manifestazione che si è tenuta ieri  per #GiulioRegeni davanti all’ambasciata italiana in Egitto: “Per favore, insistete nella ricerca della verità e delle responsabilità dei colpevoli, per darci la speranza che un giorno, insieme, potremo restituire i loro diritti a tutti i Giulio”. (FNSI)