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XIV CONGRESSO SINDACALE USIGRAI: DI TRAPANI RIELETTO SEGRETARIO

1vditrapaniVittorio Di Trapani è stato confermato segretario dell'Usigrai, a conclusione del XIV Congresso nazionale tenutosi a Galzignano Terme (Padova). Per l'esecutivo nazionale risultano eletti: Vittorio Di Trapani, Emma d'Aquino, Pietro di Lazzaro, Ezio Cerasi, Valeria Collevecchio, Lidia Galeazzo, Sandro Marini, Giorgio Santelli, Francesco Pontecorvo, Monica Pietrangeli, Renato Orso. Per il collegio dei garanti risultano eletti: Lucia Coppa, Daniela De Robert, Alberto Gedda. Per la commissione sindacale risultano eletti: Enzo Arcieri, Stefania Bolzan, Antonio Gnoni, Daniele Macheda, Marcello Greco. Per la commissione contratto risultano eletti: Alessandro Buscemi, Antonio Caggiano, Manlio Mezzatesta, Cristiano Piccinelli, Roberto Secci. Per la commissione pari opportunità risultano eletti: Roberta Balzotti, Danilo Cretara, Piergiorgio Giacovazzo, Carla Monaco, Roberta Serdoz. Per il coordinamento dei cdr della testata giornalistica regionale, risultano eletti: Antonio Coronato, Pellegrino Genovese, Umberto Martini. (RAINEWS24)

'USIGRAI A CONGRESSO PER ELEZIONE NUOVO SEGRETARIO. DI TRAPANI: "ALLA RAI SERVONO CERTEZZE PER IL FUTURO"

1u1“La Rai ha bisogno di una legge che la sottragga definitivamente al controllo dei partiti, dei governi e delle lobby. Il testo che sta per essere approvato in Parlamento non centra questo obiettivo. Questa legge rafforza il controllo dei partiti, e in particolare della maggioranza parlamentare, e consegna ancor più il servizio pubblico nelle mani del governo di turno. Il Parlamento è ancora in tempo. Fermatevi. Lasciate che l’attuale vertice governi. E intanto riprendete l’ambizione di una riforma complessiva del sistema radiotelevisivo”. Vittorio Di Trapani, segretario Usigrai, ha usato toni molto diretti nella sua relazione introduttiva del congresso del sindacato dei giornalisti Rai a Galzignano Terme.

Durante il suo intervento, secondo quanto riporta l’agenza Ansa, Di Trapani si è soffermato in modo particolare sulla necessità per il servizio pubblico di avere delle risorse certe, di “lunga durata” e non subordinato alle decisioni delle diverse maggiornaze: “Per essere libero il servizio pubblico deve avere finanziamenti certi e di lunga durata. E il rubinetto che apre e chiude i finanziamenti non può essere nelle mani del governo e della maggioranza di turno che anno per anno decidono della tua sorte. Anche in questo caso, la riforma in discussione in Parlamento va in tutt’altra direzione”. Altrettanto duro il giudizio sulla decisione di inserire il canone in bolletta che, secondo il sindacato non è la via giusta per raggiungere lo scopo: “Si sta raccontando ai cittadini che avranno una bolletta elettrica più pesante per colpa della Rai – ha proseguito -. Dovremo iniziare a spiegare con più forza che è falso. Se la legge passa così com’è, nelle casse della Rai non entrerà neanche un euro dei soldi recuperati dall’evasione. Con una pericolosissima mossa a tenaglia da una parte si incrina ancora di più l’immagine della Rai presso i cittadini, dall’altra si tagliano le gambe a qualunque possibilità per la Rai di investire e fare innovazione. Cosa per alcuni versi più grave, si fa fare al bilancio della Rai un passo dentro il bilancio dello stato. Insomma, il primo passo verso la fiscalità generale”.

Oltre al dg Rai Antonio Campo Dall’Orto, sono intervenuti anche il consigliere Rai Franco Siddi e il segretario dell’Fnsi Raffaele Lorusso. “Ci sono dei fatti significativi che vanno sottolineati. La volontà di affrontare tutte le sfide del cambiamento. L’idea di una Rai presente su tutte le piattaforme, con un ruolo rilevante per l’informazione, intesa non solo per i tg. La volontà di ancorare qualsiasi cambiamento alla definizione di missione del servizio pubblico e alle ricchezze del pluralismo che devono riflettersi su tutta l’offerta, anche nella diversificazione delle reti”, ha detto Siddi, sottolineando come “il fatto che per l’informazione si riparta da contenuti e prodotto, come spiegato dal dg e richiesto dal sindacato, è un punto di riferimento per qualsiasi confronto futuro. Rinnovo della concessione, contratto di servizio e l’appuntamento della primavera per il nuovo piano industriale sono aspetti impegnativi di una sfida che non può essere a breve termine, ma che non trascura l’esigenza di indicare direzione di marcia e scadenze di un processo con un orizzonte vasto”.

“Sul rinnovo del contratto nazionale gli editori si sono avvalsi della disdetta. E’ una sfida importante, ma non può essere portata avanti con battaglie di retroguardia. Riteniamo di essere in grado di affrontare la partita e di chiuderla dignitosamente. Gli editori chiedono di mettere mano a istituti che hanno un’incidenza economica. Di fronte a questa richiesta non alziamo barricate, ma facciamo una controproposta. Abbiamo a cuore il futuro della professione, siamo pronti a cambiare, a patto che si parta dall’esigenza dell’occupazione”ha invece detto Raffaele Lorusso. “Per questo diremo no a chi all’interno sogna battaglie di retroguardia. Qualcuno già le sta combattendo, ma fa il Don Chisciotte, perché guarda a un mondo che non esiste più. Dobbiamo allargare il perimetro della professione, portare all’interno del contratto ad esempio i giornalisti che lavorano nelle reti Rai, guardare al mondo degli uffici stampa privati. Abbiamo bisogno di creare nuove figure professionali, immaginare un percorso diverso, anche mediano tra i più garantiti e le zero tutele. Costruire insieme dei percorsi di inclusione, perché senza occupazione non andiamo da nessuna parte”. “Lo si può fare in uno spirito di profonda solidarietà nella categoria. Occorre tenere insieme tutte le generazioni di giornalisti. Guardo con ilarità, se non con compassione, a chi parla di difesa ad oltranza dei diritti acquisiti. Ci devono far capire dove troviamo le risorse per garantire quei diritti, come lo si fa se non attraverso la base degli occupati. Lo scontro non è fra conservatori e riformisti, ma tra reazionari e riformasti. Senza tutela dei diritti non andiamo da nessuna parte ed anche i giovani hanno diritti”.

“Abbiamo necessità di profondi interventi di riforma da parte del governo. Abbiamo bisogno di risorse che non siamo spicci raccattati qua e là nelle pieghe del bilancio. Abbiamo immaginato ad esempio una forma di prelievo sulla pubblicità televisiva, per riequilibrare il mercato”, ha poi detto. Il segretario Fnsi, riporta Ansa, è poi intervenuto anche sulla legge 416: “Quella legge appartiene a un’altra era e va aggiornata. Noi ci siamo trovati di fronte a un esodo biblico, che ha portato fuori 1700 persone negli ultimi anni. Con questa legge è possibile far uscire un collega a 58 anni di età con 18 anni di contributi. Oggi se passasse la riforma dell’Inpgi, si potrebbe andare a casa sei anni prima dell’età pensionabile. E’ qualcosa che non sta più in piedi”. Secondo Lorusso “si dovrebbero legare le uscite all’obbligatorietà di nuove entrate. Cioè dare la possibilità di uscire in anticipo, obbligando però le aziende ad assumere. Poi occorre mettere mano alla legge ordinistica. L’accesso alla professione è diventata una barzelletta. Non è possibile accettare che abbiamo un’organizzazione professionale completamente avulsa dal mercato del lavoro”. (PRIMA,FNSI)

INFORMAZIONE RELIGIOSA: PREMIO DE CARLI AD ALAZRAKI, MASETTO, SOLÉS E PACIFICO

1w5Una lunga intervista a Papa Francesco per la categoria video, firmata da Valentina Alazraki di Televisa; un reportage su Lampedusa, per la categoria Testi, di Nicola Masetto del Messaggero. Ancora, un servizio su Giovanni Paolo II di Joan Solés di Cadena Ser, per la categoria radio e, per la categoria giovani, un’inchiesta di Roberta Pacifico (Jesus) sui cattolici giapponesi sopravvissuti alle persecuzioni. Sono questi i lavori premiati ieri, giovedì 3 dicembre, dalla giuria che ha assegnato il terzo Premio Giuseppe De Carli per l’informazione religiosa. Una menzione speciale è andata a Luis Badilla, fondatore e responsabile del portale Il Sismografo. La premiazione si è svolta alla Pontificia Università della Santa Croce, che insieme alla Pontificia Facoltà Teologica San Bonaventura Seraphicu è partner accademico dell’associazione Giuseppe De Carli, promotrice del Premio istituito per ricordare il giornalista fondatore di Rai Vaticano e per creare occasioni di confronto e di approfondimento sull’informazione religiosa. La giuria – composta da Gigliola Alfaro (Sir), Luca Collodi (Radio Vaticana), Alessandra Ferraro (Tgr Rai Valle d’Aosta), Antonio Gaspari (Zenit), Franca Giansoldati (Il Messaggero), Santino Franchina (Ordine nazionale dei Giornalisti), Domenico Paoletti (Seraphicum), Carla Rossi Espagnet (Santa Croce) e Francesco Zanotti (Federazione italiana dei Settimanali cattolici) – ha premiato anche i secondi classificati. Per la categoria filmati Antonello Carvigiani di TV2000, con un documentario su Pio XII e gli ebrei di Roma; per i testi Elena Molinari di Avvenire, con una intervista a Meriam, la giovane sudanese perseguitata per fede; per la radio Benedetta Capelli di Radio Vaticana, sull’incontro di Papa Francesco con i senzatetto in visita alla Cappella Sistina; e per la sezione giovani Alessandro Nicola Notarnicola de Il Sismografo, sulla situazione degli ebrei a Roma nel corso del secondo conflitto mondiale. Dopo i saluti istituzionali, si è tenuta una tavola rotonda su “Comunicare la carità nel Giubileo della Misericordia”, moderata da Michela Nicolais, dell’Agenzia Sir. Sul tavolo dei relatori, fra Raffaele Di Muro, docente al Seraphicum e al Teresianum oltre che assistente spirituale al carcere di Rebibbia; don Giacomo Pavanello, responsabile per Roma e coordinatore dell’area Evangelizzazione, prevenzione, sensibilizzazione del movimento ecclesiale Nuovi Orizzonti, che sarà anche «missionario della misericordia» nel Giubileo che si apre l’8 dicembre; John Wauck, docente di Letteratura e Comunicazione della fede alla Pontificia Università della Santa Croce; Andres Beltramo, corrispondente e inviato dell’agenzia stampa messicana Notimex. Nel corso della cerimonia è stato presentato anche il libro “Informazione religiosa oggi – L’esempio di Giuseppe De Carli”, a cura di Elisabetta Lo Iacono e Giovanni Tridente, che raccoglie gli atti della precedente edizione oltre a contributi sull’informazione religiosa e su Giuseppe De Carli, a firma di Luigi Accattoli, Aldo Maria Valli, Donatella Negri, Andrea Picardi, Andrea Tornielli, Alessandra Buzzetti e Maria Laura Conte. (COPERCOM)

EMITTENZA LOCALE, FNSI INCALZA GOVERNO “PER RIFORMARE SETTORE SERVONO RISORSE ADEGUATE”

1gg2Senza risorse adeguate è impensabile una seria riforma del settore dell’emittenza locale. Eppure nello schema della legge di stabilità in discussione in parlamento non ve n’è traccia. “Sbaglia chi pensa che si possa riformare il comparto tagliando semplicemente il finanziamento pubblico. Così si mettono a rischio migliaia di posti di lavoro”, ammonisce il sindacato dei giornalisti.

"Il settore dell'emittenza locale ha bisogno di una profonda ristrutturazione, ma sbaglia chi pensa che si possa riformare il comparto tagliando semplicemente il finanziamento pubblico". Lo afferma, in una nota, Raffale Lorusso, segretario generale della FNSI. "L'assenza di adeguate risorse per il settore, così come si evince dallo schema della legge di stabilità - osserva Lorusso - non può non preoccupare perché mette a rischio la sopravvivenza di molte realtà locali, oltre che migliaia di posti di lavoro. L'emittenza radiotelevisiva locale ha pagato un prezzo altissimo in termini di occupazione durante il periodo di lunga recessione. L'assenza di risorse adeguate, che il governo si era impegnato ad assicurare, costringeranno molte imprese a chiudere. Se è innegabile che nel passato si siano verificati numerosi abusi, non si può pensare di affrontare il problema con un semplice taglio delle risorse. Il settore ha bisogno di una riforma credibile che premi e incentivi le imprese sane che investono nell'innovazione e assicurano occupazione regolare e non fittizia. Espellere tutti coloro che non rispettano le regole è interesse primario anche del sindacato dei giornalisti, ma la logica dei tagli lineari e indiscriminati rischia di provocare danni incalcolabili a coloro che nel settore si sforzano di investire e di mantenere inalterati i livelli occupazionali. È per questo auspicabile che governo e parlamento tornino sulle proprie decisioni. Il sindacato rimane disponibile ad avviare un confronto su una riforma seria del settore".(FNSI)

PROFESSIONE: CONTENUTI AFFIDATI A UN SERVICE ESTERNO, 5 GIORNI DI SCIOPERO A 'METRO'

1hhCinque giornate di sciopero per la redazione del free press ‘Metro’. È quanto deciso dall’assemblea dei redattori del quotidiano e comunicato dal Cdr dopo la pubblicazione di una lettera aperta sul giornale. "I redattori di ‘Metro’ in solidarietà dal 16 novembre 2012, al 30% dal 12 dicembre 2013, hanno votato all'unanimità lo stato di agitazione e un pacchetto di cinque giorni di sciopero in seguito alla reiterata scelta dell'editore di esternalizzare la fattura di contenuti relativi a ‘Metro’ ad un service esterno, per altro di sua proprietà, nonostante ciò sia in contrasto con gli accordi sindacali che gli consentono di usufruire degli ammortizzatori sociali”, scrive in una nota il Cdr. “Ultima iniziativa in esterno, in ordine di tempo, la confezione e la stampa del mensile 'Metro Giubileo', il cui primo numero è in calendario a Roma per l'8 dicembre", prosegue il comunicato del Comitato di redazione.

Secca la replica dell’editore, che minimizza e adduce motivazioni legate alla crisi economica: “Premesso che da quando NME edita ‘Metro’, circa sette anni, gli Speciali/Inserti sono sempre stati realizzati da vari service esterni in trasparenza con la redazione. Pertanto, nessuna improvvisa novità operativa su questo argomento è intervenuta oggi come da Voi sostenuto. Sul punto di merito, l'azienda è impegnata nel tentativo di contrastare le congiunture economiche negative che da anni penalizza il mercato dell'editoria e quello della pubblicità, soprattutto sulla carta stampata”. “I toni e il contenuto del Vostro comunicato – attacca l’editore – non aiuta la soluzione di questa difficile crisi, anzi ne accentua la gravità”. (FNSI)