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POSITANO PREMIO GIORNALISMO CIVILE A MASSIMO FRANCO E MARIO ORFEO

premio-internazionale-di-giornalismo-civile-2-L-h7jYNMPremio Giornalismo Civile a Massimo Franco e Mario Orfeo, ancora due grandi nomi per questo premio istituito dallo straordinario avvocato Marotta dell'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli, una istituzione culturale riconosciuta a livello internazionale .  La premiazione sarà ospitata il 28 giugno 2014, presso la Sala Consiliare “Salvatore Attanasio” del Comune di Positano, alle ore 11, nell’ambito della rassegna letteraria “Positano Mare, Sole e Cultura” che quest’anno celebra la XXII edizione. Ad aprire i lavori il sindaco, Michele De Lucia. Il Premio, conferito dall’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, è assegnato ai giornalisti che si sono distinti per l’impegno profuso nella tutela dei diritti civili, nelle inchieste e nel coraggioso sostegno dei valori sociali, nelle precedenti edizioni è stato consegnato a Fernanda Pivano, Gaetano Afeltra, Giovanni Russo, Titti Marrone, Marco De Marco, Giorgio Bocca, Gian Antonio Stella Mirella Armiero, Nello Ajello, Ottavio Lucarelli, Chiara Beria D’Argentine, Ezio Mauro, Francesco Erbani, Maria Luisa Agnese, Raffaele La Capria, Piero Ottone, Milena Gabbanelli, Donatella Trotta, Ermanno Corsi, Pasquale Esposito e Mario Calabresi, Giustino Fabrizio, Sergio Zavoli, Roberto Napoletano, Sergio Rizzo, Ferruccio De Bortoli, Enrico Mentana, Bianca Berlinguer e Antonio Troiano. Quest’anno l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, presieduto da Gerardo Marotta, ha deciso di conferire il Premio Internazionale di Giornalismo Civile all’inviato e notista politico del «Corriere della Sera», Massimo Franco, e al direttore del Tg1, Mario Orfeo. La premiazione sarà preceduta dal seminario di studi dal titolo “Libertà dei corpi e potere delle anime” dedicato a Carlo e Salvatore Attanasio “in ricordo dell’impegno profuso per condurre nella loro Positano i fermenti e le testimonianze della cultura internazionale”. Protagonisti della consueta riflessione che lega il pensiero filosofico alla stretta attualità, Giulio Giorello, Gerardo Marotta, Giovanni Russo e Francesco D’Episcopo. (POSITANONEWS)

ASSEMBLEA DEI GIORNALISTI ALL'ONU: «LIBERATE I REPORTER ARRESTATI IN EGITTO»

20140625 crimeL’intera sala stampa dell’Onu, dove lavorano quotidianamente giornalisti di tutto il mondo, si è mobilitata per cercare di salvare i tre colleghi condannati in Egitto.  Circa 150 reporter si sono riuniti in assemblea per dibattere della sorte di Peter Greste, Mohamed Fahmy e Baher Mohamed, i tre inviati di al-Jazeera condannati in Egitto a sette anni di prigione con l’accusa di aver collaborato con il terrorismo. Nella sede dell’Unca (United Nations Correspondents Association) hanno parlato la presidente dell’associazione Pamela Falk, corrispondente della Cbs, seguita da Robert Mahoney, della Committee to Protect Journalists, dal giornalista Tony Harris e dalla presidente di al-Jazeera America, Kate O’Brian. Tutti hanno ribadito con forza che i tre “Non sono criminali, sono giornalisti”, e che le prove portate a loro carico “non hanno nessun fondamento”. La riunione, nella forma di dibattito assembleare, è stata guidata dal corrispondente di al-Jazeera all’Onu, James Bays, che ha sollecitato idee e proposte con cui influenzare il governo egiziano. Il dibattito è stato vivace, e molti hanno portato testimonianze sulla professionalità e l’onesta dei tre arrestati. Il noto anchorman Tony Harris, che li ha conosciuti personalmente, ha parlato con passione: “Questi uomini sono professionisti solidi, dediti al loro lavoro, seri. E’ scoraggiante quel che sta succedendo loro, ma sono ottimista che alla fine la ragione prevarrà”. La folla di giornalisti ha anche chiesto che l’Onu intervenga non solo per i tre in Egitto, ma per gli almeno 200 colleghi attualmente in prigione in vari Paesi del mondo: “L’Onu è un’organizzazione di Stati – ha detto Pamela Falk -. E ogni Stato deve farsi sentire per sostenere l’articolo 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, che sancisce il diritto di parola e di opinione”.In Egitto, peraltro, oltre ai tre nomi ben noti di cui si tratta in questi giorni, ce ne sono altri 11 in stato di detenzione: “Nel mondo arabo, l’Egitto detiene il record quanto a numero di giornalisti arrestati” ha protestato Mahoney. Anche l’ambasciatore egiziano era stato invitato all’assemblea, ma è venuto il suo vice, che ha ribadito la sua “piena fiducia nel sistema giuridico egiziano, uno dei più antichi del Medio Oriente”, e ha aggiunto che attualmente in Egitto “ci sono 1200 corrispondenti stranieri e nessuno di loro è stato disturbato”.Reazioni indignate alla condanna dei tre si sono registrate in tutto il mondo. Giornali, tv e siti web hanno accumulato proteste e appelli perché il presidente egiziano Abdel Fattah el-Sisi intervenga al più presto a favore dei condannati. Ma questi ha reagito affermando che non intende interferire con la magistratura.Diplomatici e giornalisti che hanno seguito il processo hanno espresso incredulità e indignazione davanti al dibattito in aula: “Abbiamo seguito tutti e tre i processi – ha detto l’ambasciatore australiano in Egitto, Ralph King – e sulla base delle prove portate non possiamo capire questo verdetto”. Amnesty International ha detto che si è trattato di “un giorno buio per l’Egitto”. Mentre il New York Times ha commentato: “Ci sarebbe da ridere se le conseguenze di questi processi non fossero così gravi”. (ILMESSAGGERO)

FIRMATO CONTRATTO GIORNALISTI, IN ARRIVO DECRETO GOVERNATIVO CON FONDI OCCUPAZIONE

 

Siddi-Franco-foto-Olycom2Firmato questa mattina alle sei l’accordo per il rinnovo del contratto nazionale dei giornalisti. Sono otto i componenti della giunta della Federazione della stampa che hanno detto sì all’intesa, mentre tre hanno espresso voto contrario e altri tre hanno subordinato il loro assenso all’emanazione del decreto governativo a sostegno dell’occupazione nel settore che il sottosegretario con delega all’Editoria, Luca Lotti, dovrebbe varare in giornata (un incontro tra i rappresentanti del governo e quelli degli editori, del sindacato dei giornalisti e dell’istituto di previdenza Inpgi è previsto nelle prossime ore a Palazzo Chigi). E’ ancora in corso una riunione tecnica per definire nei dettagli la cifra dell’aumento retributivo. Il nuovo contratto stabilisce misure a sostegno dell’occupazione con l’istituzione di un salario di ingresso temporaneo per tutte le nuove assunzioni e un apprendistato professionalizzante per i giovani fino a 29 anni. E’ inoltre prevista un aliquota aggiuntiva dell’1% a carico degli editori a sostegno degli ammortizzatori sociali (il governo su questo punto si impegnerà quest’anno per due milioni). Per quanto riguarda il fondo ‘ex fissa’, l’intesa prevede il pagamento dilazionato fino a un tetto di 65mila euro per tutti coloro che al 31 dicembre 2014 avranno maturato 15 anni di anzianità nella stessa azienda.
 
Il decreto governativo, molto atteso nel settore, dovrebbe liberare 120 milioni di euro a sostegno dell’occupazione, dei prepensionamenti e degli ammortizzatori sociali, oltre che dell’innovazione multimediale. Tra l’altro, dovrebbe impegnare le aziende a stabilizzare il 20% dei contratti a termine, pena la decadenza dei benefici ricevuti, e vietare l’utilizzo di prepensionati nei gruppi che hanno richiesto i pensionamenti anticipati. Il decreto conterrebbe anche il divieto di elargire ai manager bonus o stock option se collegati a misure di tagli dell’occupazione. (ANSA)
 
 

 

GIORNALISTI: FNSI, VASTO CORDOGLIO SCOMPARSA ANTONIO VELLUTO, FIGURA LEADER SINDACATO INTERNAZIONALE

AntonioVellutoLa Fnsi piange la scomparsa, avvenuta nelle prime ore di oggi a Milano, all’età di 81 anni, del collega e amico Antonio Velluto. Il giornalismo italiano e il suo sindacato hanno perso una delle figure di grande impegno e lavoro solidale per la categoria a livello nazionale e internazionale. Giornalista dal 1962, Antonio Velluto è stato, infatti, a lungo componente della Giunta esecutiva della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, responsabile della sezione internazionale, co-fondatore della Federazione europea dei giornalisti (FEJ), nel 1994, nell’ambito della federazione internazionale della categoria (IFJ). Per sei anni è stato inoltre segretario generale del Circolo della Stampa di Milano. E in tutte queste attività ha portato i caratteri della sua identità professionale, dell’uomo impegnato nella società in una costante ricerca di sviluppare concretamente gli ideali e la sensibilità della sua cultura di cattolico democratico, che lo ha portato negli anni a svolgere anche funzioni pubbliche: Assessore all’edilizia pubblica a Milano all’inizio degli anni Settanta, tra i fondatori del Consorzio Interregionale dei Comuni delle Ferrovie Nord. Ma è soprattutto nella professione e nel sindacato della categoria, partendo dalla componente “Impegno Sindacale” e nell’Associazione dei giornalisti cattolici Ucsi, che Antonio Velluto ha dato, sul piano sociale, il massimo fino alla fine, dedicandosi con passione alla composizione e alla ricerca di soluzioni ai problemi di una professione  in continuo  cambiamento. Ha fatto diventare rilevante la vicenda pubblica del giornalismo italiano organizzato, proiettandola, sul piano delle rappresentanze, in una dimensione di autorevolezza nell’ambito degli organismi internazionali.La vita professionale essenziale di Antonio Velluto, invece, si è svolta alla Rai dove è stato, tra l’altro,  redattore del GR e capo redattore responsabile del “Gazzettino Padano”. Ha lasciato un’impronta significativa ovunque sia stato chiamato all’impegno collettivo e al lavoro. Ha animato la formazione di molti giovani giornalisti, tra i quali due dei suoi figli, Alessandra e Giovanni. (asca)

EGITTO: 7 ANNI DI CARCERE PER GIORNALISTI AL JAZIRA

61585cb47d703f4324f7c1c226fdaa5fSono stati condannati a sette anni di carcere i tre giornalisti della tv Al Jazira sotto processo al Cairo per sostegno ai Fratelli musulmani. Lo si e' appreso al Tribunale. L'accusa aveva chiesto condanne ancor piu' pesanti. C'e' possibilità di ricorso in Cassazione. La condanna a 7 anni e' stata inflitta al giornalista australiano Peter Greste e a quello egiziano-canadese Mohamed Fahmi. Al producer egiziano Baher Mohamed sono stati inflitti 10 anni, hanno precisato le fonti al tribunale. La stessa pena ai 12 contumaci tra cui compaiono un britannico e una canadese. L'accusa aveva chiesto tra i 15 e i 25 anni di carcere. Il processo ha coinvolto 20 reporter, fotografi e cameraman accusati di "disinformazione" e sostegno alla Fratellanza Musulmana, bandita di nuovo come organizzazione terroristica nell'Egitto dei militari. Anche altri quattro imputati, egiziani, sono stati condannati a sette anni nel processo contro i giornalisti e dipendenti della tv satellitare al Jazira. Lo si e' appreso sul posto. Due imputati, tra cui il figlio di un noto esponente dei Fratelli musulmani, sono stati prosciolti: il giovane, Anas Mohamed Beltagi, resta pero' in carcere perche' in custodia cautelare per un altro processo. Un recente arresto aveva portato a nove il numero di imputati alla sbarra e di conseguenza a 11 quello dei contumaci (dagli atti risultano 'in fuga' due giornalisti britannici, tra cui una donna, e una olandese). La pena del producer egiziano Mohamed e' di 10 anni perche', a quella di sette anni ricevuta al pari degli altri due giornalisti stranieri condannati, si e' aggiunta una condanna di 3 anni per "possesso di armi senza licenza". (ANSA)