Professione

Le notizie che riguardano il giornalismo e la comunicazione

PROFESSIONE: LA RAI SELEZIONA GIORNALISTI. TRA I SUOI DIPENDENTI

marilu lucrezio rai tg1 1 350x238In una nota, la Rai ha comunicato di aver nominato i componenti della commissione per la "selezione di nuovi giornalisti aperta ai dipendenti Rai già iscritti all'Ordine Nazionale dei Giornalisti, albo professionisti, che operano in Azienda con altra forma contrattuale o utilizzati con contratto atipico". Nella nota si legge che la commissione è composta da Marcello Sorgi, membro esterno, Barbara Scaramucci, già direttore della Tgr Direttore delle Teche Rai, Marcello Masi, Direttore del Tg2 e da due capiredattori della Tgr Ines Maggiolini e Vincenzo Morgante.(PRIMAONLINE)

EDITORIA:REPUBBLICA IN SCIOPERO. CDR

quarta-votazione-presidente-repubblica-35-770x449L'assemblea dei giornalisti di Repubblica, esaminati gli esiti dell'incontro fra Cdr e azienda ha ritenuto irricevibile il piano di ristrutturazione proposto dall'editore che prevede 81 esuberi fra i giornalisti. Ha proclamato pertanto uno sciopero. Il giornale dunque non sarà in edicola il 21 settembre. Il sito Repubblica.it non sarà aggiornato per 24 ore. L'assemblea ha anche affidato al Cdr un pacchetto di ulteriori 10 giorni di sciopero e ha deciso lo sciopero delle firme dei giornalisti di Repubblica. (CDR LA REPUBBLICA)

TUNISIA: GIORNALISTI IN RIVOLTA, SIAMO SOTTO ATTACCO POTERE

tunisiaSciopero generale compatta categoria a difesa libertà stampa
Non c'è libertà, senza libertà di informazione. Convinti dell'esitenza di un pericolo reale per il settore e per l'intera società, i giornalisti tunisini ieri si sono trovati pressochè compatti nel difendere la loro professione che considerano un bastione di libertà oggi in pericolo. Lo sciopero generale che ha paralizzato l'informazione è stato indetto venerdì scorso quando ancora il giornalista tv tunisino Zied el-Hani era con le manette ai polsi, per un arresto da molti - anche operatori di giustizia -ritenuto illegale. I giornalisti hanno, quindi,  protestato astenendosi dal lavorare, ma spesso restando in redazione a presidio e difesa della loro libertà. Lo sciopero, indetto dal sindacato nazionale dei giornalisti e dalla potente centrale sindacale Ugtt, ha avuto come obiettivo quello di lanciare un segnale forte al governo: non potete pensare di imbavagliarci. La partecipazione allo sciopero è stata quasi totale ed ai giornalisti si sono aggiunti avvocati ed esponenti della società civile. Così, accanto ai docenti universitari c'erano anche i giovani disoccupati, ormai una parte importante della società.
Molti gli slogan che sono risuonati nel corso del corteo che da Bab Bnat ha raggiunto la piazza della Kasbah:''stampa libera, giustizia indipendente'', ''No alla detenzione di giornalisti''.
"Lo sciopero generale dei media è stato un successo, ma la lotta non è finita - avverte Najiba Hamrouni, battagliera presidente dell'Unione nazionale dei giornalisti tunisini -. Il rilascio di Zied el-Heni non è la fine, ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Da tempo ci troviamo di fronte ad una campagna di diffamazione organizzata, demonizzazione e vessazioni nei confronti di giornalisti. Siamo determinati a continuare la lotta per la libertà, con il forte sostegno di sempre più vasti strati della società civile''.
Se il primo sciopero generale dei giornalisti (17 ottobre 2012) aveva alla base la libertà di stampa e di espressione e l'indipendenza del giornalista e dei media, ieri gli operatori dell'informazione hanno inteso difendere dignità, integrità e finalità della loro professione: riferire la verità, anche se difficile e amara. Dopo le minacce di morte e le violenze della dittatura, ora i giornalisti si sentono vittime di arresti illegali e detenzione perché, dicono oggi, secondo il giudizio di qualcuno parlano troppo. "Il nostro compito è rispettare il diritto dei cittadini all'informazione e alla verità; non ci arrendiamo, perché non si tratti di un ritorno al passato: non ci sarà una museruola di regime'', scandisce la presidente del sindacato.
Ma il fronte della protesta non è stato compatto, perchè condizionato da defezioni di media di stretta obbedienza islamica (a guidare il governo è il confessionale Ennahda).
Mentre sorpresa mista ad ira ha destato la scelta del secondo canale nazionale, El Wataniya 2, di trasmettere la diretta dei lavori dell'Assemblea costituente, seppure mutilati dalla perdurante assenza di deputati dell'opposizione. (ANSAmed).

OSSERVATORIO RAI: USIGRAI, ALESSANDRO CASARIN LASCIA TGR PER MOTIVI PERSONALI

Casarin-AlessandroAll'Usigrai "è stato comunicato che il direttore della TgR Alessandro Casarin per ragioni strettamente personali ha presentato le proprie dimissioni": lo annuncia in una nota l'esecutivo del sindacato dei giornalisti Rai, ringraziando Casarin "per il rapporto di lealtà e dialogo che ha saputo impostare con il sindacato". "La decisione – sottolinea l'Usigrai – giunge in un momento estremamente delicato per la Rai e per la Testata giornalistica regionale le cui numerose criticità potrebbero subire un preoccupante stallo. L'esecutivo chiede quindi tempi brevi per le scelte che dovranno ricostituire i vertici della TgR guardando ad un futuro di prospettiva e rilancio per la più grande testata del servizio pubblico. Il sindacato delle giornaliste e dei giornalisti della Rai si aspettano che già a partire dalla scelta del successore l'azienda, in vista del rinnovo del contratto di servizio e di quello per la concessione del 2016, punti a rafforzare la missione editoriale della testata da sempre strategica nel racconto delle ricchezze e delle diversità dei nostri territori. Consapevole della necessità di un nuovo progetto che ne confermi l'insostituibile centralità nell'informazione pubblica radiotelevisiva". (ANSA)

DIFFAMAZIONE: NESSUNA CONDANNA PENALE PER LA CORTE EUROPEA DI STRASBURGO

l43-corte-europea-diritti-120829173920 bigPer la diffamazione non può essere prevista alcuna sanzione penale. E’ il senso della sentenza della Corte europea dei diritti umani che ha dato ragione a due giornalisti portoghesi che erano stati condannati per diffamazione e che hanno vinto il ricorso presentato alla Corte di Strasburgo. I giudici hanno stabilito che le autorità portoghesi hanno violato il diritto alla libertà d’espressione. I giornalisti erano stati condannati a pagare una multa pari a 3.620 euro e 5.000 euro per danni morali dalla Corte d’appello di Lisbona che li aveva ritenuti colpevoli di aver diffamato l’allora vicepresidente della regione di Madeira. Nella sentenza i giudici della Corte europea dei diritti umani sottolineano che il tribunale portoghese “condannando i giornalisti ha rotto l’equilibrio che deve esserci tra la salvaguardia del diritto alla libertà di stampa e quello del vice presidente della regione di Madeira a veder protetta la sua reputazione”. Inoltre fanno notare che “indipendentemente dalla severità della condanna inflitta, l’esistenza stessa di una sanzione penale in questo caso, è tale da provocare un effetto dissuasivo sul contributo che la stampa porta al dibattito su temi di interesse generale, che non può essere ammesso che in casi particolarmente gravi”. (ANSA)