Fondi editoria: aumentano le preoccupazioni per la loro riduzione

Come è emerso già nei gironi scorsi, la risoluzione di maggioranza alla nota di aggiornamento del Def prevede, tra le misure che impegnano il governo, di "attuare" un "graduale azzeramento a partire dal 2019 del contributo del Fondo per il pluralismo" del Dipartimento Editoria.

E su questo ha preso posizione anche l'ex presidente della Fisc, Francesco Zanotti: “il Fondo per l'Editoria è il frutto di una riforma che elimina sprechi e garantisce il pluralismo dell'informazione a testate no-profit”.

«Abbiamo impiegato lungo tempo, e la Fisc con le altre associazioni di categoria – ha aggiunto - è sempre stata in prima fila nell’elaborazione della nuova normativa, per arrivare a una legge che non fosse più un sostegno indistinto a chi editava un qualsiasi giornale, ma si trasformasse in un aiuto a chi contribuisce realmente al pluralismo».

Parlando della norma che era stata approvata con il nome di «Istituzione del fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione», Zanotti sostiene che non vengono più erogati «soldi a pioggia, ma a chi effettivamente vende, è diffuso, contribuisce al dibattito nazionale, dà lavoro pulito e vero a giornalisti e poligrafici e dà voce ai territori». Era, secondo l’ex presidente della Fisc, «un cambio radicale di paradigma».

L’auspicio dell’ex direttore Fisc è che ci possa essere «un ripensamento». «Il pluralismo dell’informazione è troppo importante per la nostra vita democratica. Un bene essenziale, a cui non si può rinunciare».

Ultima modifica: Lun 15 Ott 2018