Fondi per l'editoria, verso l'azzeramento nel 2022. Protesta l'Fnsi

Alla fine l'accordo per il taglio ai fondi per l’editoria c’è stato.

Almeno a livello politico. Perché il presidente Conte e i due vice Di Maio e Salvini hanno deciso che di qui al 2022 i fondi spariranno e che intanto ci sarà una loro graduale diminuzione: del 20% nel 2019, del 50% nel 2020, del 75% nel 2021 fino appunto allo stop definitivo nel 2022.

La cancellazione del provvedimento nei giorni scorsi (nella Commissione Bilancio della Camera) aveva fatto pensare ad una possibile marcia indietro ma, almeno per ora, così non è stato.

Sarà garantita una "soglia protetta di 500mila euro" entro la quale non vi sarà alcun taglio per il 2019.

Dura la reazione di Federazione nazionale della Stampa italiana e Ordine dei giornalisti. In una nota congiunta Fnsi e Odg commentano: "L'unico risultato di questa operazione sarà la chiusura di alcuni giornali e la perdita di numerosi posti di lavoro".

In questo contesto si colloca anche il confronto tra organismi di categoria e governo sulla questione del precariato. Però, prosegue la nota, “non si può discutere di lotta al precariato con chi, con i suoi provvedimenti, creerà altri precari. Una ragione in più per rispondere alla convocazione del ministro con un'assemblea davanti alla sede del Mise, lunedì prossimo, 10 dicembre, a partire dalle 11".

Ultima modifica: Ven 7 Dic 2018

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