La Supercoppa delle polemiche (anche dei giornalisti)

La scelta di disputare la finale di Supercoppa italiana in Arabia Saudita ha provocato forti reazioni, Un presidio è stato promosso dall’Usigrai e vi hanno aderito la Federazione della Stampa, l’Ordine dei giornalisti, Amnesty International Italia e Articolo21.

«Non si può ignorare l'omicidio di Jamal Khashoggi e che blogger e giornalisti vengono incarcerati se osano esprimere la propria opinione. Non si può ignorare che le donne che assistono alla partita possono farlo in settori dello stadio riservati e solo accompagnate da uomini», ha detto Raffaele Lorusso, segretario Fnsi. .

«Per 7 milioni di euro, l'Italia sceglie di chiudere gli occhi sull'omicidio Khashoggi, sul massacro in Yemen perpetrato anche con bombe costruite in Italia, sugli arresti dei dissidenti. Per questo consideriamo un grave errore la decisione di giocare a Gedda la Supercoppa e siamo qui per esprimere con forza il nostro dissenso», ha aggiunto Vittorio Di Trapani, segretario Usigrai.

Al presidio hanno partecipato numerosi giornalisti, a titolo personale o in rappresentanze di altre associazioni.
Il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti, ha ringraziato «chi illumina queste storie, raccontando quello che accade in questi Paesi che, come dimostra la decisione di far giocare a Gedda squadre italiane, non sono lontani da noi». La Rai, incalza, «dia spazio al lavoro dei giornalisti che con il loro impegno danno voce alle sofferenze delle popolazioni vessate dai regimi autoritari, che tengono i riflettori accesi sui conflitti, che indagano sul traffico di armi».

«I calciatori italiani potevano almeno portare in campo una foto di Khashoggi», dice Giulietti, che ricorda poi Giulio Regeni, a tre anni dalla sparizione al Cairo, e tutti i giornalisti vittime di minacce e violenze.

Ultima modifica: Mer 16 Gen 2019