Da Salerno a Milano, la crisi colpisce ancora i giornali e i giornalisti.

Editoria, ci sono due notizie negative in queste ore.

La prima è la chiusura de “La Città di Salerno”: i suoi dipendenti hanno incontrato la stampa per informare i lettori della cessazione delle pubblicazioni e dell'avvenuta firma al tavolo sindacale per la cassa integrazione straordinaria.
Il giornale ha 23 anni di vita e adesso contra venti dipendenti.

L’ipotesi che circola, quella dell’apertura di un nuovo giornale, non riguarda i giornalisti che vi lavorano adesso. Per questo il Sindacato dei giornalisti campani, dice il segretario Claudio Silvestri, «si opporrà in tutte le sedi al tentativo di riportare il giornale in edicola senza gli attuali dipendenti». Lo stesso Silvestri – si legge sul sito della Fnsi - ha poi rivolto un appello ad altri imprenditori affinché «possano rilevare la testata».

Problemi seri anche ai periodici Mondadori, che già in questi dieci anni sono passati da 512 giornalisti a 166. Una cinquantina sono stati licenziati in questi ultimi due anni. Ora si parla di “35 esuberi su 149 giornalisti (esclusi TuStyle e Confidenze). Ossia: 1 su 4”. Questi sono i dati contenuti nella mozione approvata dall'Assemblea dei giornalisti di Arnoldo Mondadori Editore.

L'ennesima richiesta di aprire uno stato di crisi – dicono i giornalisti – “si inserisce in un piano generale di progressiva dismissione della Divisione Periodici e di contestuale focalizzazione sull'area Libri, di cui i vertici aziendali non fanno più mistero. Una dichiarazione che reca peraltro grave danno ai nostri giornali”.

Il numero di esuberi è definito «esorbitante» e sono annunciate ora «iniziative di lotta, congiuntamente al Cdr e in accordo con i vertici della Associazione Lombarda dei Giornalisti e della Fnsi, volte a scongiurare un destino di smantellamento che è in contraddizione con la storia di una casa editrice che tuttora registra utili».

Ultima modifica: Mer 20 Feb 2019