Pressing di editori e giornalisti per la direttiva europea sul 'copyright'

Ancora in primo piano, nel dibattito europeo, c’è la questione del ‘diritto d’autore’, del ‘copyright’.

Nei prossimi giorni infatti il Parlamento europeo dovrà dare il via libera definitivo alla direttiva approvata già a settembre 2018.

La società digitale “ha bisogno di una stampa libera e diversificata”. A pochi giorni dal voto del Parlamento Europeo, atteso per la fine di marzo, editori e giornalisti di tutta Europa rinnovano il loro appello per il via libera alla direttiva sul copyright, frutto di un dibattito durato quasi tre anni.

La proposta di legge europea, ricorda un appello sottoscritto da un numero molto ampio di giornalisti ed editori, “consentirebbe a media e artisti di ricevere una parte dei ricavi online generati dalle loro opere. Fino ad ora, solo i giganti del web hanno prevalentemente beneficiato di tali ricavi”. È una questione “cruciale per la stampa, gli artisti, la democrazia e la cultura”.

L’iniziativa vuole anche smontare la falsa notizia che questa legge sul diritto d’autore costringerebbe gli utenti a pagare per accedere a internet o per scambiare i file.
Nella proposta di direttiva invece “solo alle principali piattaforme di Internet con entrate ingenti sarà richiesto di pagare media, artisti e autori”. Per le grandi piattaforme che incassano decine di miliardi di dollari l’anno, si tratterebbe di “pagare qualche centinaio di milioni ai creatori di contenuti”. Questo evidentemente “non firmerebbe la loro condanna a morte cosi come il pagamento di un importo minimo di tasse in Europa”. Sbagliato – si dice – anche evocare l’incubo della censura: “Se gli articoli o le canzoni dovessero scomparire dal web, dipenderà solamente da una scelta delle principali piattaforme”.

L’Europa è un mercato che i giganti di Internet “non possono ignorare”. Se la direttiva non venisse approvata, temono i promotori e i firmatari dell’appello, sarebbe una minaccia per la stampa libera e per le democrazie. “Dobbiamo essere protetti dalla disinformazione, dalla manipolazione dell’opinione pubblica, dalla propaganda di Stato e dalle lobby finanziarie. Sì, c’è bisogno di una democrazia vivace. Ma per questo abbiamo bisogno di giornalisti indipendenti che possano vivere del loro lavoro”.

Ultima modifica: Ven 22 Mar 2019

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