Via agli 'stati generali', restano le polemiche. Su Inpgi e lotta a precariato

Lunedì 25 marzo cominciano gli ‘stati generali' dell’editoria, voluti dal governo. Ma non si placano le polemiche di questa vigilia.

«A parte le dichiarazioni di intenti, gli atti finora adottati dal governo, anche negli ultimi giorni, vanno nella direzione che nessuno auspica, ossia quella di colpire l'informazione e i giornalisti», scrive infatti Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi.

Lorusso rileva che proprio in queste ore il governo ha bloccato due proposte che sostenevano l'Inpgi, l'Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani, e contrastavano il precariato, attraverso l'abolizione della figura dei collaboratori “coordinati e continuativi”.

In una nota pubblicata sul sito della Federazione della Stampa si legge che «mettere in sicurezza l'Inpgi, allargando la platea degli iscritti a categorie che svolgono professioni affini, come i comunicatori, significa non soltanto salvare l'Istituto previdenziale dei giornalisti italiani, ma anche evitare che l'eventuale default della Cassa possa impattare sui conti pubblici».

Sempre secondo Lorusso il rilancio del settore non può prescindere dal lavoro regolare, dal contrasto al precariato e, quindi, dalla previdenza. «Il sindacato dei giornalisti declinerà questi temi ai tavoli con il governo, pretendendo precisi atti normativi, in mancanza dei quali gli Stati generali saranno stati un'altra occasione perduta».

Ultima modifica: Ven 22 Mar 2019