'Donne Chiesa Mondo', le tante novità dell'inserto dell'Osservatore Romano

L’inserto mensile "Donne Chiesa Mondo” dell’Osservatore Romano uscirà regolarmente nel mese di maggio, grazie a un Comitato di Direzione formato da: Francesca Bugliani Knox, Elena Buia Rutt, Yvonne Dohna Schlobitten, Chiara Giaccardi, Shahrzad Houshmand Zadeh, Amy-Jill Levine, Marta Rodríguez Díaz, Giorgia Salatiello, Carola Susani, e Rita Pinci. Altre quattro donne saranno in redazione: Giulia Galeotti, Silvia Guidi, Valeria Pendenza, Silvina Pérez.

La notizia, appena resa nota, fa tirare un sospiro di sollievo a quanti avevano temuto che l’addio, tra le polemiche, di Lucetta Scaraffia alla guida dell’inserto poteva tradursi nella fine di quella specifica attenzione al femminile che aveva segnato un originale e significativo percorso nella proposta editoriale del quotidiano della Santa Sede.

Quello che nasce è certo un progetto nuovo, a partire proprio dalla nutrita squadra femminile, che disegna un assetto redazionale a mia memoria inedito (sono iscritta all’Ordine dei giornalisti da più di trent’anni, gli ultimi 24 da professionista). Insomma, esce una direttora, ed entra un Comitato di direzione di 14 donne, di diversa nazionalità e formazione culturale, con una coordinatrice, Rita Pinci, già vicedirettore del Messaggero, che avrà funzione, par di capire, di prima inter pares.

“Sono felice di questo incarico”, ha dichiarato, “una cosa che non mi aspettavo e inizialmente sono rimasta sorpresa dalla proposta del direttore de L’Osservatore Romano, Andrea Monda. Sia perché ha pensato a me. Sia per la totale libertà che ha assicurato a me e al Comitato di Direzione. Seguo fin dall’inizio Donne Chiesa Mondo e ritengo che la Chiesa abbia bisogno dello sguardo e della voce delle donne che rappresentano più della metà dei fedeli. Non sono una teologa, una storica della Chiesa, un’esperta di questioni vaticane. Sono una giornalista, sono una persona credente. Mi viene chiesto di mettere la mia esperienza a disposizione di una comunità e di un giornale che ho letto sempre con interesse, e credo che per me sia una grande opportunità umana, prima che professionale, poter aderire a questo progetto. Il mio contributo sarà principalmente quello di coordinare il Comitato di Direzione nel suo lavoro che sarà svolto in modo collegiale e in spirito di condivisione dei diversi talenti e competenze delle donne che vi partecipano e con le quali sono orgogliosa di condividere questo tratto di strada nel solco di un percorso che per me è iniziato prima ancora di quello professionale, nei primi anni di università, quando ho cominciato a condividere alcune fondamentali tematiche del movimento delle donne”.

Quel movimento, che anche a me è capitato di incontrare negli anni universitari, è stato importante non solo per chi ne ha fatto parte in maniera organica, ma anche per chi ne ha incrociato i percorsi condividendo dei tratti di cammino, imparando quanto sia preziosa quella capacità di costruire qualcosa insieme andando oltre le differenze. Come oggi serve non solo per le donne e tra le donne, ma per l’intera umanità, che ha bisogno di uno sguardo femminile sulle grandi questioni del mondo, non alternativo ma integrato con quello maschile.

Ci sono donne che insieme ad altre donne hanno saputo dare tanto per il bene comune, riconoscendosi reciprocamente non solo per solidarietà femminile. E’ il caso di una grande del’900, Tina Anselmi, alla quale un’altra grande donna, Nilde Iotti, volle affidare la presidenza della commissione parlamentare sulla loggia P2. Gli uomini lasciarono fare, pensando che una donna non sarebbe stata capace di andare fino in fondo. La “Tina vagante”, la chiamavano. E invece lei andò fino in fondo proprio perché era una donna, di quel tipo di donne né subalterne né ammaliatrici, le più temute dal genere maschile, chissà perché, le più preziose per l’umanità. Donne di pace, ma combattenti.

Il nuovo gruppo di Donne Chiesa Mondo presenta una novità rispetto all’ organizzazione gerarchica e “verticale” delle redazioni giornalistiche, con una precisa catena non solo di comando, ma anche di responsabilità. Qui il modello è “orizzontale”, e presuppone un lavoro di squadra e una collegialità, che sarà interessante vedere alla prova. I migliori auguri a tutte insieme, a ciascuna, e al direttore Andrea Monda, primo direttore (della storia, oltre che dell’Osservatore Romano?) a interloquire con un Comitato di Direzione di 14 donne.

Ultima modifica: Mer 1 Mag 2019