Giornalisti sotto scorta. L'impegno del sottosegretario. Appello Fnsi: 'torniamo a pensare al lavoro'

C’era anche il sottosegretario all’editoria Andrea Martella al convegno “Informazione sotto scorta” che si è svolto oggi 21 ottobre a Firenze.

“Sono qui per esprimere amicizia, stima e solidarietà ai giornalisti sotto scorta", ha detto.

Proprio negli ultimi giorni ci sono state altre situazioni di rischio, tanto che è stata decisa una tutela delle forze dell’ordine per i giornalisti Nello Scavo e Nancy Porsia (leggi qui).

Per Martella “occorre rafforzare le misure di protezione personale da parte dello Stato nei confronti dei giornalisti e dei loro familiari, ma bisogna anche far fronte a un altro fenomeno, minacce più subdole che possono mettere in discussione l'indipendenza e la libertà dell'informazione". E’ chiaro – ha continuato – che “a rendere la stampa meno libera è anche la diffusa precarietà del lavoro giornalistico, diventata sempre più strutturale in molte redazioni".

E qui, da parte sua, c’è stata la conferma di voler approvare rapidamente le norme sugli incentivi al turnover nelle redazioni, sull’equo compenso, contro le querele temerarie e il carcere per i giornalisti.

A proposito delle minacce e pressioni indebite, il sindaco di Firenze ja chiesto che vengano inasprite le pene per chi le fa, per chi usa la violenza o ne tenta il condizionamento nei confronti dei giornalisti.

Per Raffaele Lorusso, segretario generale della Federazione della Stampa, "il lavoro è scomparso dall'agenda politica del Paese da qualche decennio: dobbiamo avere il coraggio di riportare il lavoro al centro dell'agenda perchè trovo assurdo che oggi il dibattito in corso sulla legge di stabilità sia sul tetto all'uso del contante: i colleghi precari, i precari di altre professioni il problema del contante non ce l'avranno mai, perché il contante non l'avranno, questo è il tema".

Per Lorusso "non possiamo accettare che editori grandi e piccoli mettano alla porta i colleghi di una certa età e li sostituiscano con colleghi che lavorano a pezzo, pagati 2 o 3 euro a pezzo: non è lavoro, mina la credibilità dell'informazione, che qualità si può pretendere così?". Dunque, ha affermato il segretario della Fnsi, "bavaglio è anche non muovere un dito per combattere il precariato, bavaglio è anche il precariato. Ho apprezzato le aperture da parte del sottosegretario all'editoria, mi auguro che quelle aperture possano portare ad atti concreti".

Ultima modifica: Lun 21 Ott 2019