Prepensionamenti, la rabbia dell'Ordine e i rischi per l'Inpgi

Dura presa di posizione di tutti gli organismi rappresentativi dei giornalisti contro l’emendamento del governo sui prepensionamenti dei giornalisti.

Il presidente dell’Ordine nazionale Carlo Verna e i coordinatori dei presidenti degli Ordini regionali lo ritengono “devastante” per il giornalismo. “C’e’ una questione – dicono – che porrebbe clamorosamente in contrasto la norma civilistica che si vorrebbe introdurre, con quella penale relativa all’esercizio abusivo della professione”.

Il riferimento è alla norma che prevede che “in casi di riorganizzazione o ristrutturazione aziendale debba esserci un rapporto minimo di un’assunzione di un giovane under 35 ogni due prepensionamenti, ma che i giornalisti che lasciano possono essere sostituiti oltre che da altri giornalisti in alternativa da soggetti in possesso di competenze professionali coerenti con la realizzazione dei programmi di rilancio, riconversione digitale e sviluppo aziendale”.

Una situazione che viene respinta per una ragione di principio, certo, ma anche perché peserebbe sull’Inpgi, l’istituto di previdenza della categoria.

Anche la sua presidente, Marina Macelloni, ha evidenziato i rischi per la tenuta dell’Istituto. I nuovi prepensionamenti potrebbero portare nel 2020 all'uscita dal lavoro di 120 giornalisti facendo perdere all’Inpgi 4,5 milioni.

Ai nostri interlocutori istituzionali – ha detto la presidente Marina Macelloni – chiedo come è possibile per l'Istituto rispettare una legge che chiede di ridurre le spese e aumentare le entrate mentre con un altro provvedimento il Governo impone allo stesso Istituto una ulteriore riduzione di iscritti e di entrate contributive senza neppure il conforto di nuove assunzioni giornalistiche”.

Ultima modifica: Mer 11 Dic 2019