La pubblicità ora è 'predittiva'. Ma attenzione al possibile effetto boomerang
La pubblicità è cambiata molto negli ultimi anni e nel 2019 l’intelligenza artificiale l’ha resa sempre più ‘customizzata’.
E’ stato possibile soprattutto grazie all'analisi dei big data e del comportamento degli utenti sui social network.
Sono stati sviluppati nuovi algoritmi che migliorano le tecniche di pubblicità predittiva. In questo modo la macchina prevede quando probabilmente andremo al cinema o in vacanza e ci offre delle possibili soluzioni.
Tutto bene per chi commissiona questa pubblicità allora? In realtà c’è un pericolo, ed è quello della disaffezione. Scrive il New York Times che molti consumatori, soprattutto giovani, bloccano la pubblicità con appositi programmi o con abbonamenti che la eliminano.
In Italia una ricerca di Accenture Interactive di inizio dicembre svela che un quarto degli intervistati haritiene troppo invasiva la comunicazione di un mrchio e il 76% di questi consumatori sarebbe disposto ad abbandonare quel brand. Tra le motivazioni c’è proprio “il fatto che la compagnia possieda informazioni non condivise su di loro”.