Il nuovo rapporto sulla comunicazione. Poche sorprese, resiste la tv ma si guarda in altri modi

La televisione resiste tra gli italiani, ma almeno un po’ cambiano i modi della sua fruizione. Il digitale terrestre perde il 2,5%, il satellite è stabile, mentre crescono la tv via internet (che ormai rappresenta un terzo del ‘consumo’ televisivo). Anche la tv sullo smartphone cresce significativamente.

Questi dati emergono dall’ultimo rapporto sulla comunicazione del Censis. Che dice anche che la radio è ascoltata da quattro italiani su cinque (e anche per la radio c’è una migrazione sul web e sulle app).
I lettori dei quotidiani, che nel 2007 erano il 67,0% degli italiani, si sono ridotti al 37,3% nel 2019. E’ una percentuale in line acon quella dell’anno prima, non cambia neppure quella delle edizioni online dei giornali (26,2%).

Perdono ancora i settimanali, tengono i mensili. Crescono invece gli aggregatori di notizie e i portali web di informazione.
In flessione anche il numero dei lettori di libri: nel 2007 il 59,4% degli italiani aveva letto almeno un volume nel corso dell’anno, nel 2019 il dato è sceso al 41,9%.
L’utenza di internet sale dal 78,4% al 79,3% della popolazione in un anno.

Gli italiani che utilizzano gli smartphone salgono dal 73,8% al 75,7% (nel 2009 li usava il 15% della popolazione). I social network più popolari sono YouTube, utilizzato dal 56,7% degli italiani (ma il dato sale al 76,1% tra i 14-29enni), Facebook è al 55,2% (60,3% dei giovani), Instagram al 35,9% (65,6% degli under 30). E WhatsApp è utilizzato dal 71% degli italiani: il 3,5% in più in un anno (si arriva all’88,9% dei 30-44enni, ma si scende al 30,3% tra gli over 65).

“La famiglia – si legge - costituisce ancora di gran lunga il primo fattore di identificazione. Lo è per il 76,3% degli italiani e in misura maggiore per gli anziani (83,5%). L’essere italiano (39,9%) e il legame con il proprio territorio di origine (37,3%) si collocano a poca distanza l’uno dall’altro. Segue il lavoro (29,2%), una leva di identificazione più forte tra chi ha una età compresa tra 30 e 44 anni (39,1%). Poi la fede religiosa (17,2%) e le convinzioni politiche (11,8%). Solo dopo viene l’identità europea (10,9%). Ma per il 3,5% è il proprio profilo sui social network a determinarne l’identità, e questa percentuale sale al 9,1% tra i giovani: uno su dieci”.

Per i più anziani al primo posto resta saldamente la televisione (96,5%). I quotidiani (54,6%) e i periodici (52,2%) sono ancora sopra internet (42,0%) e smartphone (38,2%). Tra chi ha 14-29 anni risultano alla pariinternet (90,3%), tv (89,9%), telefono cellulare (89,8%) e social media (86,9%). Gli esperti parlano di “transmedialità”.

Ultima modifica: Gio 20 Feb 2020