Nel 'Cura Italia' alcune misure per l'editoria. E l'impegno per radio e tv locali

Nel “Cura Italia”, votato dal Parlamento, sono previsti anche alcuni interventi per l’editoria.

Intanto c’è l’ampliamento del credito di imposta per gli investimenti pubblicitari “riconosciuto nella misura unica del 30% (e non più sulla quota incrementale) a favore di imprese, lavoratori autonomi, enti non commerciali che effettuano investimenti su stampa quotidiana e periodica anche on line, su emittenti tv e radiofoniche locali, analogiche o digitali”.

Poi, come annunciato anche su questo sito più volte, c’è il riconoscimento per i giornalisti autonomi (free lance e co.co.co) iscritti a Inpgi2 del bonus di 600 euro per il mese di marzo, che ora dovrebbe salire a 800.

Il credito di imposta (duemila euro quest’anno, quattromila nel 2021) si applica anche alle £imprese di distribuzione della stampa che riforniscono giornali e/o periodici a rivendite situate nei comuni con una popolazione inferiore a 5 mila abitanti e nei comuni con un solo punto di vendita”. Oltre a quanto già previsto (come gli affitti), “il credito si estende anche alle spese di fornitura elettrica, telefoniche, di collegamento a internet, e ai servizi di consegna a domicilio delle copie dei giornali”.

Sono stati approvati anche due ordini del giorno a sostegno dell’emittenza televisiva e radiofonica locale. Il governo si impegna a stanziare risorse aggiuntive rispetto a quelle finora previste dal fondo per il pluralismo e a garantire il credito di imposta su affitti e consumi energetici per i mesi da marzo a giugno 2020. Ma allo stato attuale, appunto, si tratta di misure non inserite nella legge ma in ordini del giorno collegati.

Ultima modifica: Sab 25 Apr 2020