I fotografi dello sport chiedono attenzione: 'noi esclusi da tutto'

C’è chi il lavoro “a distanza” proprio non lo può fare. Sono i fotografi professionisti. Quelli che seguono lo sport, oltre duecento, sono fermi da due mesi e adesso hanno scritto un appello alle istituzioni affinché “nel pieno rispetto delle regole di prevenzione contro la diffusione del virus”, la loro presenza sia tenuta in considerazione nell'elaborazione dei protocolli per la ripresa di campionati ed eventi".

La motivazione è semplice: “il nostro reddito è scomparso, il nostro lavoro non si può fare in altro modo”.

Possiamo sembrare una categoria privilegiata, ma il nostro unico privilegio è l'essere appassionati del nostro lavoro”.

Tra loro c'è chi lavora per le agenzie, per le stesse società, per i giornali, e chi cede le immagini; sono veramente pochi i lavoratori stabili, più del 90% è precario.
Qual è adesso il rischio? Quello di essere esclusi, d’ora in poi, dagli eventi a porte chiuse.

Ultima modifica: Sab 9 Mag 2020