Più minacce ai giornalisti, nonostante il lockdown
Sono ancora una volta drammatici i dati sulle minacce ai giornalisti. Li pubblica nel proprio rapporto trimestrale “Ossigeno per l’Informazione” e si riferisce al periodo tra aprile e giugno.
Sono state rilevate e documentate con accuratezza 127 intimidazioni e minacce. E’ lo stesso numero dei tre mesi precedenti. E’ un numero da considerare ‘in difetto’ però, perché l’associazione non riesce a seguire molti altri casi con la dovuta precisione e perché i dati del ministero dell’Interno indicano nei primi sei mesi del 2020 più minacce a giornalisti che nel 2019 (più 100% su base mensile).
“Il raddoppio delle intimidazioni ai giornalisti merita la massima attenzione politica e mediatica e richiede anche misure immediate”, si sottolinea. Quali sono le intimidazioni più ricorrenti? Soprattutto le querele per diffamazione di magistrati e politici.
Ma, si legge, “in questi ultimi tre mesi il governo e il Parlamento hanno dato segnali preoccupanti di disattenzione e di incoerenza, sia davanti alla Corte Costituzionale difendendo il carcere per i giornalisti, sia in Senato, dove la proposta di legge per l’abolizione del carcere prevede l’aumento delle multe (da 20 a 40 volte)”.