Avvenire e Fnsi parte civile nel processo di Malta per le minacce a Nello Scavo

La Federazione nazionale della Stampa e la redazione di Avvenire saranno parte civile nel processo, a Malta, per le minacce ricevute dal giornalista Nello Scavo. Gliele ha rivolte, via social, Neville Gafà, membro autorevole dello staff dell’ex premier Muscat.

Ecco il testo del tweet riportato dal sito della Fnsi: "Se non la smetti con le tue losche attività, ti fermeremo noi". Proprio per queste minacce, legate evidentemente alle inchieste giornalistiche sul traffici di migranti tra Libia e Italia, Nello Scavo vive ora sotto la tutela della polizia.

La decisione di ammettere il sindaco e il giornale al processo è stata presa oggi, 1 ottobre. La prossima udienza è fissata tra due settimane, il 15 ottobre.

Ecco il primo commento del segretario e del presidente della Federazione della Stampa, Lorusso e Giulietti: «L'ammissione della Fnsi come parte civile in un processo a Malta contro chi ha minacciato pesantemente un collega italiano rappresenta una svolta e rafforza l'azione di tutela del sindacato nei confronti di tutti i giornalisti. Questo provvedimento, che va oltre i confini nazionali, rappresenta anche un forte incoraggiamento per il sindacato dei giornalisti maltesi e per tutti i colleghi e le loro associazioni che, nell'isola e nel resto d'Europa, si battono perché siano fatte verità e giustizia sull'assassinio di Daphne Caruana Galizia e affinché ogni giorno siano assicurati e rispettati il diritto di cronaca e la libertà di espressione».

Per gli avvocati Giulio Vasaturo e Chris Busietta, che assistono Nello Scavo e le altre parti civili, «il tribunale di Malta ha sancito, per la prima volta, un principio fondamentale nella giurisprudenza comunitaria. Chi attenta alla libertà di stampa commette un reato che va ben oltre i confini nazionali», spiegano i legali, segnalando l'estrema importanza della pronuncia della Corte maltese.

C’è stato anche un brutto episodio quando Nello Scavo e il giornalista maltese Manuel Delia sono usciti dal tribunale. Sono stati insultati con frasi in italiano, a quel punto è intervenuta la polizia per fermare i contestatori.

Lo stesso Scavo, con la presidente dell'associazione della stampa maltese Sylvana Debono e altri esponenti dei movimenti per i diritti civili,hanno reso omaggio al memoriale che ricorda, nel centro di La Valletta, Dahphe Caruana Galizia, uccisa con un’autobomba il 16 ottobre di tre anni fa.

Ultima modifica: Gio 1 Ott 2020