Due giorni di sciopero dei giornali ex Finegil contro l'ipotesi di vendita di quattro quotidiani regionali e locali

Sale di tono la protesta dei giornalisti e dei lavoratori dei giornali locali del gruppo Gedi (ex Finegil) dopo le voci sempre più insistenti di una cessione di un quotidiano regionale (Il Tirreno in Toscana) e tre provinciali (Nuova Ferrara, Gazzetta di Reggio, Gazzetta di Modena).

Dopo le assemblee di venerdì 2 ottobre sono stati decisi due giorni di sciopero, che impediranno l’uscita di tutti i tredici quotidiani locali anche domenica. Altri giorni di sospensione dal lavoro saranno decisi prodssimamente.

“La notizia della trattativa di vendite di quattro giornali del gruppo Gedi – si legge in una nota delle assemblee del coordinamento – giunge dopo un periodo di disinteresse totale dei vertici del gruppo rispetto alle dinamiche delle singole redazioni dei 13 giornali Gnn ex Finegil. La volontà di dismettere alcune, o tutte le testate ex Finegil, era evidente da tempo, nonostante le rassicurazioni date nell’unico incontro avuto quest’anno con l’amministratore delegato e il direttore editoriale di Gnn. L’operazione in corso – si sottolinea ancora – è particolarmente grave, nelle dinamiche e negli effetti, perché porterà alla distruzione dell’esperienza che da più di 40 anni rappresenta Finegil: un’informazione locale libera e indipendente legata a un grande gruppo editoriale (Editoriale L’Espresso, poi Gedi)”.

L’ipotesi a cui si riferimento nel comunicato è quella di una possibile vendita da parte di Gedi per poter poi acquistare Il Sole 24 Ore. “Chiediamo quindi ad un gruppo imprenditoriale leader in Italia, con i piedi ben piantati da sempre nel mondo dell’informazione, se l’operazione ideata e avviata solo pochi mesi dopo avere assunto la guida del principale gruppo editoriale italiano rappresenta solo un’operazione contabile o se e’ stata valutata la sua sostenibilità futura, anche a breve termine, sia per le persone coinvolte dalla cessione che per le testate che svolgono un servizio importante nelle loro comunità”.

All’editore viene chiesto di vendere in blocco tutti i giornali per “salvaguardare conoscenze, esperienze e, più in generale, un modello di informazione glocal che ha avuto successo e che in quasi tutte le realtà rende ancora economicamente, a differenza della stampa nazionale che appare in una crisi disastrosa”.

Sul tema ci sono stati molti interventi, anche dei vertici dell’Ordine dei giornalisti e del sindacato. Per Carlo Verna (Odg) serve l’apertura immediatat di un tavolo di confronto con il Governo “perché si tratta di una questione cruciale per l’informazione e la qualità della democrazia nel Paese”.
In Toscana il presidente Sandro Bennucci e tutti gli organismi dirigenti dell'Associazione Stampa, il presidente Carlo Bartoli e il Consiglio dell'Ordine dei giornalisti della Toscana “si appellano al governo, alla Regione Toscana e a tutte le forze politiche perchè prendano posizione ed evitino potenziali rischi a un giornale radicatissimo in un territorio di cui ha fatto la storia e di cui racconta la cronaca, puntualmente, giorno dopo giorno”.

Ultima modifica: Ven 2 Ott 2020