L'intelligenza artificiale nelle redazioni di sei giornali europei su dieci

Stupisce il fatto, emerso anche durante il festival Glocal di Varese, che ormai sei testate giornalistiche su dieci in Europa facciano ricorso all’intelligenza artificiale.

Lo rivela una ricerca, patrocinata dell’Ordine Nazionale dei giornalisti, guidata e diretta dal dipartimento di scienze sociali dell’Università Federico II di Napoli «C’è bisogno di creare all’interno dei giornali strutture in grado di governare il cambiamento tecnologico. Perché o lo governi, il cambiamento, o ne verrai travolto».

Sono stati analizzati i comportamenti di 30 testate diversee e di grandi gruppi editoriali.

Ciascuno di essi ha creato «un dipartimento di ricerca e sviluppo sottratto ai tempi del “day by day“ e che ha il compito di studiare tutti gli strumenti a disposizione del giornalismo e che aiutano i giornalisti ad essere più performanti così da dedicare più tempo alle analisi e all’attività giornalistica propria».

«Se guardiamo i testi che i giornali fanno sull’epidemia, questi possono venir agevolmente aggiornati quotidianamente coi soli dati e con qualche altra dichiarazione di giornata». Si tratta di una lavoro automatizzato, che oggi è possibile realizzare. Non tanto in Italia, dove alla riduzione dei costi si affianca solo il flusso delle notizie, ma nel resto d’Euroap sì.

Al dibattito è intervenuto Carlo Verna, presidente dell’Ordine dei giornalisti. Secondo lui «le strutture giornalistiche e redazionali, la deontologia e i contratti devono tenerne conto, mal’algoritmo non deve trasformarsi in capo redattore».

La materia comunque potrebbe essere inserita nelle scuole di giornalismo.

Ultima modifica: Lun 16 Nov 2020