I diritti che ancora non valgono per tutti i giornalisti

La Federazione internazionale dei giornalisti ha pubblicato il 'libro bianco sul giornalismo globale'. Lo ha fatto in occasione della Giornata internazionale dei diritti umani.

E’ un documento che svela “dati drammatici”: 2658 giornalisti assassinati dal 1990 ad oggi, (42 solo quest’anno), 235 reporter detenuti in carcere.

L'Iraq, con 339 morti, è il Paese più pericoloso per chi fa informazione, seguito da Messico (175), Filippine (159), Pakistan (138), India (116), Federazione Russa (110), Algeria (106), Siria (96), Somalia (93) e Afghanistan (93).

«In almeno il 90 per cento degli omicidi di giornalisti in tutto il mondo, poco o nulla è successo sul fronte penale. In due terzi dei casi – si legge nella prefazione – gli assassini non sono stati identificati e forse non lo saranno mai. Ciò significa che è in pratica quasi privo di rischi uccidere un giornalista».

Il sindacato si batte affinché le Nazioni Unite approvino una Convenzione sulla sicurezza e l'indipendenza dei giornalisti.

Dal sindcatao c’è l’appello urgente a «raddoppiare gli sforzi per mobilitare una maggiore protezione dei giornalisti e l'impegno per la pratica sicura del giornalismo».

Ultima modifica: Ven 11 Dic 2020