Democrazia 'sotto il lucchetto'. Troppe limitazioni ai giornalisti in tempo di pandemia

Non c’è solo la crisi economica a mettere a rischio la sopravvivenza di tante testate giornalistiche- A livello globale infattio le misure di emergenza introdotte durante la pandemia hanno portato a un aumento degli arresti (in molti casi del tutto arbitrari) per “fake news”.

Non solo: nel suo rapporto annuale Freedom House, che si intitola “Democracy under lock” rileva che spesso ai giornalisti è stato negato l’accesso ai briefing con i funzionari sanitari, e moltii siti web di notizie sono stati bloccati. Questo perché i governi hanno cercato di controllare la narrazione o di mettere a tacere le notizie critiche.

I principali gruppi per i diritti dei media dunque dicono oggi (ed è un’accusa grave) che le restrizioni hanno negato ai cittadini l’accesso alle notizie e alle informazioni. Ed è accaduto in 91 dei 102 Paesi esaminati.

«I giornalisti sono stati sottoposti ad arresti, violenze e intimidazioni, e i governi hanno esercitato un controllo sui contenuti».

Sono state emanate leggi e misure per cercare di proteggere e promuovere la sicurezza, ma in diversi Paesi i regolamenti sono stati utilizzati per limitare o molestare i media.

L’International Press Institute ha scoperto che le misure di emergenza spesso includevano disposizioni volte a combattere le “fake news” che venivano usate per imprigionare o limitare la libertà di parola.

Ultima modifica: Mer 24 Mar 2021

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