'Tartaglia: 'serve una riforma della legge professionale del 1963'

Sono molti ad invocare l’urgenza di una riforma della legge istitutiva dell’Ordine dei giornalisti. Risale a quasi sessant’anni fa. Ne parla adesso Giancarlo Tartaglia, oggi direttore generale della Fondazione sul giornalismo Paolo Murialdi e per quasi 40 anni direttore della Fnsi.

“Non c’è dubbio che la legge meriti una profonda revisione. La legge è del 1963, sono passati parecchi decenni, ma in questi decenni la professione è molto cambiata”.

“Quando fu approvata la legge sull’Ordine, i giornalisti lavoravano nella carta stampata, quotidiani, periodici, agenzie, nella radio e nella tv, che erano gli strumenti di comunicazione di massa dell’epoca. E tutti i giornalisti avevano un rapporto di lavoro subordinato. Questo era il quadro che ha determinato la nascita di quella legge. Dopo di che, abbiamo assistito a un’evoluzione tecnologica tale che ha aumentato gli spazi e gli strumenti comunicativi sino ad oggi, dove i social consentono una partecipazione di massa alla comunicazione.”

“L’Ordine dei giornalisti, a differenza degli altri ordini professionali, prevede – ha aggiunto -la divisione della categoria in professionisti e pubblicisti. Due categorie che sono la fotografia di quello che c’era. Allora, il professionista era chi lavorava alle dipendenze di un giornale con un rapporto quotidiano, il pubblicista colui che collaborava con un giornale con una certa frequenza, con continuità, ma che non era in organico alla testata.

“Questa distinzione oggi non ha più senso. Credo che si debba fare una modifica di legge che equipari queste due figure in una unica, che è poi quella del giornalista, che deve avere un percorso formativo obbligatorio uguale per tutti e che risponde alla deontologia professionale”.

Ultima modifica: Lun 20 Set 2021

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