Il lavoro ibrido è il futuro del giornalismo (e in parte già il presente)

Da pratica obbligata a prassi consolidata, il lavoro ibrido cresce sempre più nelle redazioni. E non è solo una sensazione, lo certifica in una ricerca recente (dal titolo “Changing Newsrooms 2021”) il Reuters Institute for the study of Journalism.

Sono state coinvolte 132 redazioni distribuite in 42 Paesi, tra America e Europa (e naturalmente c’è anche l’Italia). Quasi nove direttori su dieci dicono di essere «pienamente favorevoli al lavoro flessibile e ibrido».

Nei fatti il 34% delle testate ha già adottato un modello di lavoro da remoto o ibrido. Un altro 57% ha sta cercando di organizzarlo al meglio. Solo una redazione su dieci sta pianificando di tornare in una condizione più simile possibile a quella pre covid.

Di positivo, nel modello ibrido, si vede una partecipazione più “meritocratica” alle riunioni in redazione, con idee originali e innovative.

Tra le criticità si notano collaborazioni “più difficili” tra diversi settori. E anche qualche difficoltà a far circolare buone pratiche, competenze ed esperienze. Che i giovani acuqisiscono meglio “in presenza” dei più esperti.

La dimensione ibrida, tuttavia, sarà il futuro (e in parte è già il presente) del giornalismo.

Ultima modifica: Ven 19 Nov 2021