La ricerca internazionale sull'anno che verrà (per l'informazione)

Come sarà questo 2022, appena cominciato, per il nostro settore? Il Reuter Institute e l’Università di Oxford hanno provato a disegnare uno scenario probabile, perlomeno possibile.

«Una sfida chiave per i media quest'anno è coinvolgere nuovamente coloro che si sono allontanati dalle notizie, nonché costruire relazioni più profonde con consumatori di notizie più regolari».

Alcuni aspetti emergono con forza: molte testate tradizionali si stanno trasformando ancora più velocemente in chiave digitale. E su questo pesa il ruolo di stati e organismi internazionali nella regolamentazione delle grandi piattaforme.

«Gli editori quest'anno presteranno meno attenzione a Facebook (-8 punteggio netto) e Twitter (-5) e si impegneranno invece di più su Instagram (+54), TikTok (+44) e YouTube (+43)», si legge nel rapporto. Il motivo è chiaro: per questi media c’è un forte apprezzamento dei giovani.

Proseguirà anche la sfida dell'intelligenza artificiale come «mezzo per offrire esperienze più personalizzate e una maggiore efficienza di produzione».

Darà consigli sui contenuti (per l’85% del campione) e automazione delle redazioni (81%). Il 69% considera l'IA «un fattore critico dal punto di vista aziendale nell'aiutare ad attrarre e fidelizzare i clienti».

La maggior parte degli editori (73%) afferma di essere ottimista per l'anno a venire.

E la fiducia nel giornalismo quanto vale? Non poco, anche se i valori sono più bassi (ilo 60%). Questo accade soprattutto là dove «c'è polarizzazione politica, debolezza economica e dove i giornalisti stessi sono sotto attacco».

Ultima modifica: Mar 11 Gen 2022