Giorno della Memoria, impegno dei giornalisti a sensibilizzazione e formazione

La celebrazione del Giorno della Memoria richiama i giornalisti ad un loro preciso dovere deontologico: quello di “essere sempre in prima linea nel contrasto ad ogni forma di antisemitismo e di discriminazione di qualunque natura”. Lo ha detto il presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti Carlo Bartoli durante l’iniziativa che si è svolta a Roma, promossa da Articolo 21.

Bartoli stigmatizza “l’accostamento delle politiche di contenimento della pandemia ai simboli dell’Olocausto e dei campi di concentramento, con l’evocazione del nazismo” e afferma di voler collaborare alle attività di sensibilizzazione formazione auspicate dal Gruppo tecnico di lavoro contro l’antisemitismo promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Le strategie da mettere in campo le ha spiegate Milena Santerini, che coordina quel gruppo: “È essenziale affrontare tutte le forme di antisemitismo, un fenomeno camaleontico, molto più insidioso oggi che in passato, che si nutre di odio, per contrastare il quale chiediamo alle istituzioni di intervenire con forza contro l'apologia del fascismo, ai magistrati una formazione più specifica, ai media di vigilare sul far west dell'online, dove le grandi piattaforme sono molto discontinue nella lotta all'odio”.

Per Raffaele Lorusso (segretario della Fnsi) i giornalisti sono “chiamati a uno sforzo comune per arginare questi fenomeni, per contrastarli dove nascono e si diffondono, in rete e fuori dalla rete. Ma oltre alla buona informazione, che è essenziale, servono interventi concreti delle istituzioni. Quando alla disinformazione seguono atti di violenza e di discriminazione dalle istituzioni devono arrivare risposte decise”.

Ultima modifica: Gio 27 Gen 2022