Non si ferma la strage di giornalisti nel Messico. Molte vittime lavoravano nei media locali

Mentre in Europa si teme per l’escalation militare tra Russia e Ucraina, in Messico la guerra dei narcotrafficanti e della criminalità organizzata miete sempre più vittime tra i giornalisti.

E sono presi di mira soprattutto quelli delle testate locali. L’ultimo morto (il sesto in questo 2022 appena iniziato) si chiama Heber López Vásquez, direttore del giornale locale Rcp Noticias, assassinato a colpi d'arma da fuoco nella notte nello studio di registrazione in cui stava lavorando, nello stato di Oaxaca.

Secondo il Comitato per la protezione dei giornalisti (Cpj) in Messico negli ultimi trent’anni sono stati uccisi 140 giornalisti.

Scrive Reporter Senza Frontiere che «anno dopo anno, il Messico continua a essere uno dei paesi più pericolosi e letali per i media. Nonostante alcuni recenti progressi, sta sprofondando sempre più in una spirale di violenza e impunità. I giornalisti che si occupano di storie politiche o criminali delicate, soprattutto a livello locale, vengono avvertiti, minacciati e poi spesso uccisi a sangue freddo. Altri vengono rapiti e mai più trovati»

Ultima modifica: Dom 20 Feb 2022