Facciamo chiarezza, quando si parla di disabilità

C’è un film, intenso, remake di una commedia francese, che vince l’Oscar ponendo al centro il tema della disabilità, di una forma n particolare: la sordità.

Lo sappiamo, si intitola “I segni del cuore – Coda”. Ma i giornalisti, nel parlare di questo successo non hanno dato grande prova di conoscenza della disabilità, almeno secondo alcune associazioni.

Lo scrivono infatti i presidenti dei movimenti Lis Subito ed Emergenza sordi e la loro opinione è rilanciata e condivisa dal Comitato Pari Opportunità del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalitsi: “Nonostante il film rappresenti per la comunità dei sordi una soddisfacente vittoria, con rammarico si scopre che i giornalisti troppo spesso rivelano la triste realtà di una scarsa cultura della disabilità, non accertandosi sul corretto utilizzo dei termini appropriati. Il frequente utilizzo, molto obsoleto, di parole come “sordomuto”, “linguaggio” dei segni, “linguaggio mimico-gestuale”, “non udente”, sono la dimostrazione di una carente informazione sul mondo della disabilità”.

E così sul sito dell’Ordine si definiscono con appropriatezza alcuni termini, a cominciare da quello che indica la condizione di queste persone:

«sordo: grazie alla Legge 95/2006 art.1 la persona è definita sorda a tutti i sensi di legge e decade il termine “sordomuto” inappropriato, dal momento che il sordo può imparare a parlare, in quanto l’apparato fonatorio è integro. I sordi preferiscono il termine “sordo”, invece di “non udente” perché è la negazione di un qualcosa che non esiste».

E poi c’è òa definizione “lingua dei segni italiana”: «sono errati i termini Linguaggio dei Segni Italiano; Linguaggio Italiano dei Segni, Linguaggio mimico-gestuale. La Lingua dei Segni Italiana (LIS – senza i puntini fra una lettera e l’altra) è una lingua che ha una propria struttura, le proprie regole grammaticali, sintattiche, morfologiche e lessicali come una qualsiasi lingua parlata. Ogni Paese ha la propria Lingua dei Segni. Non esiste la lingua dei segni universale, perché sarebbe come dire che tutto il mondo parlasse l’esperanto. Inoltre, non è neanche corretto dire o scrivere Linguaggio mimico-gestuale. I sordi usano i segni che non vanno confusi con la comune gestualità utilizzata dagli udenti per enfatizzare un discorso e non hanno un significato verbale, mentre i segni hanno un significato proprio e sono formati rispettando regole sintattiche ben precise. La lingua dei segni italiana è stata riconosciuta ufficialmente con l’approvazione dell’art. 34 ter Decreto legge 22.03.2021, n. 41 e permette la comprensione e la produzione di concetti astratti come oggetti ed immagini alla pari della lingua vocale, pertanto è una lingua utilizzata dai sordi e udenti bilingui»

Ultima modifica: Sab 2 Apr 2022