Presunzione d'innocenza, per l'Ordine servono chiarezza e applicazione uniforme del nuovo decreto

Nella sua riunione di aprile, il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti ha esaminato il decreto 188, quello sulla “presunzione d’innocenza”.

Alla fine è stato approvato un documento che mette in evidenza le difficoltà (e le criticità) di interpretazione.

Nella presa di posizione dell’Ordine si richiamano le norme della Costituzione e quelle internazionali, la legge professionale e il testo unico dei doveri del giornalista e ogni altro obbligo “in capo ai giornalisti di rispettare la dignità delle persone e di fornire un’informazione il più possibile completa e corretta, anche con riferimento alla presunzione d’innocenza e dunque alla necessità di non anticipare giudizi di colpevolezza prima di una sentenza passata in giudicato e di precisare sempre quale sia la fase del procedimento penale di cui si sta parlando, da quella delle indagini preliminari ai successivi gradi di giudizio”.

L’Ordine però evidenzia “il concreto rischio di una compressione/limitazione del diritto dei cittadini ad essere correttamente e compiutamente informati a seguito dell’entrata in vigore del decreto legislativo 188/2021 che rende più difficoltosa la diffusione delle notizie relative a procedimenti penali (omettendo addirittura i nomi delle persone arrestate nei casi di rilevante interesse pubblico), lasciando un potere incontrollato in relazione a quali notizie i cittadini possano sapere o meno”.

Di qui l’invito esplicito al legislatore di fare chiarezza e di valutare come garantire la presunzione di innocenza senza limitare la libertà di stampa. Ai magistrati invece l’appello “per un’applicazione uniforme a livello nazionale”, secondo le “linee guida” varate dal Csm che stabiliscono un preciso dovere di fornire notizie ai cittadini in merito al funzionamento dell’attività giudiziaria”.

Ultima modifica: Mer 6 Apr 2022